Quasi mezzo milione di euro per danno biologico e morale verranno risarciti a un operaio che per oltre 25 anni ha lavorato nello stabilimento ex Ilva di Taranto, venendo esposto alle fibre cancerogene di amianto e contraendo un mesotelioma, raro tumore che colpisce il tessuto che riveste la gran parte degli organi interni.
A stabilirlo è stato il Tribunale di Taranto-Sezione Lavoro, che ha condannato Fintecna Spa, all’epoca dei fatti Italsider. A renderlo noto, invece, è Contramianto Onlus che ha fornito assistenza legale all’operaio.
L’operaio, oggi in pensione, ha lavorato nello stabilimento dal 1974 al 2000, mentre la malattia è stata diagnosticata tre anni fa quando l’uomo aveva 70 anni. Il lavoratore, si legge nella sentenza, “è rimasto continuativamente esposto ad amianto nell’espletamento delle sue mansioni di addetto discarica scorie e operatore piattaforma nelle acciaierie 1 e 2 del siderurgico di Taranto”.
In particolare, la mansione dell’operaio consisteva nel modellare e applicare un cordone di amianto affinché la colata non fuoriuscisse dallo stampo. Un’attività che avrebbe determinato la dispersione di polveri di amianto negli ambienti di lavoro chiusi, senza alcun ricambio di aria. Situazione aggravata dal fatto che l’azienda, si legge nella sentenza, avrebbe sempre fornito mascherine senza filtro.
“Il risarcimento – ha commentato Luciano Carleo di Contramianto – certamente non ridarà la salute a quell’operaio, ma riconosce la prolungata esposizione all’amianto quale causa del mesotelioma pleurico”.(Trm)
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