Forse il destino e la storia di un uomo sono scritti nei suoi gesti di bambino. A Ginosa nella seconda metà degli anni 50 c’era un bambino forse un po’ speciale, certamente intelligente, era figlio di mezzadri e contadini, comunisti per vocazione, come ce n’erano tanti nella Chiesa Rossa, che odorava di fumo e di riscatto, quando si doveva rubare il grano, spigolare per non fare la fame.
Togliatti, il Migliore, segretario del Partito Comunista Italiano e Ministro della Giustizia nell’era della Ricostruzione, venne a Bari , che si avviava ad essere il polo industriale e culturale che poi diventò.
I moti bracciantili a Ginosa erano appena finiti, lasciando sull’asfalto nel 1947 anche dei feriti. Anche da Ginosa partì un pullman per inseguire la speranza che Togliatti identificava. Su quel pullman c’era anche un bambino Bruno di 4 o 5 anni, con il suo papà. Ginosa portava i fiori al Migliore. Ci si accapigliava per chi dovesse portare i fiori al segretario. Poi la scelta cadde quasi provvidenzialmente su quel bambino, che poteva simboleggiare la speranza di tutti.
Il bambino emozionato dette i fiori a Togliatti e non sapeva quanto questo avrebbe significato nella sua vita. Più tardi quel bambino divenne prima fattorino poi autista di pullman, portava gli operai all’Ilva di notte, a Taranto, intanto organizzava gli scioperi e diventava uno dei più giovani segretari del Partito Comunista, a Ginosa.
Quel bambino si chiamava Stefano Giove, la politica l’aveva nel sangue, così come un’altra passione quella di raccontare le storie, che lo portó negli anni ad essere giornalista e direttore di un quindicinale che è diventato il termometro di una comunità.
Oggi Stefano compie 70 anni ed è questo il nostro modo di fargli gli auguri.
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