GINOSA – Un ricordo, un racconto che si fa storia dell’oggi, che rivive nelle voci dei protagonisti. Questo e molto altro è il libro “Braccianti di ieri e di oggi nella terra dell’acciaio“, presentato la circolo Arci il Ponte di Ginosa nella suggestiva cornice del palazzo di via Giunchiglie, nel centro storico di Ginosa, già appartenuto alla famiglia Strada.
Nel dibattito a più voci, condotto con tanto di Mascherina e pieno rispetto delle più rigide norme anti contagio, dal Presidente del circolo Arci e direttore del quindicinale La Goccia, Stefano Giove, sono diverse figure emblematiche e dimenticate come quelle del primo sindacalista del movimento bracciantile a Ginosa, quel Davide Lenge che nel 1903 ebbe il coraggio di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti nel quale denunciava la tragica condizione dei salariati della terra, le cui storie si sono fuse con l’esperienza dei sindacalisti degli anni 70 e 80 come Mimmo Santelia, Peppino Lovecchio, Francesco Bardinella e Vincenzo Caldarulo, per trovare una sintesi attuale nell’analisi di Lucia Lapenna, giovane e combattiva segretaria della Flai CGIL di Ginosa, che ha riannodato Il filo rosso della memoria fino ad arrivare ai braccianti extracomunitari che popolano in incognito e spesso in condizioni di sfruttamento, le nostre campagne.
Ogni nuovo libro scava nel cono d’ombra della nostra cattiva coscienza e apre nuovi scenari di comprensione e di prospettiva.
Anche grazie all’opera meritoria del circolo Arci il Ponte di Ginosa.
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