La cosa peggiore è rimanere indifferenti, abituarsi alle stragi in mare e magari spenderci la lacrima di un attimo. Anche a Ginosa abbiamo migranti africani che portano sulla pelle i segni delle torture in Libia, che magari giocano con noi nei campi di calcetto della parrocchia. M a quando vedono un militare inorridiscono e vengono presi dalle crisi di panico e a mare fanno il bagno con la maglietta, perché nessuno veda le loro cicatrici. Sono onesti lavoratori integrati, ma a noi fa comodo dimenticare da dove vengono. Non dobbiamo cedere all’indifferenza, ma neanche tentare soluzioni sociologiche d’accatto. Non serve dire aiutiamoli a casa loro. Dove sta l’Europa?
Michele Pacciano
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