In una uggiosa domenica di fine febbraio, spruzzata di un pallido sole carico di pioggia, il popolo di una sinistra sparsa e persa, senza più un’identità precisa, che non sia quella di una piccola borghesia, ma senza nemmeno la volontà di cercarla, quell’identità perduta, si ritrova senza troppa convinzione in una sezione che ha assaggiato ben altre glorie, per votare anche a Ginosa alle primarie del Partito Democratico, respirando, senza viverle a fondo, le lotte intestine di un gruppo dirigente nazionale, diviso in un partito in dissolvimento.
Alcuni vecchi militanti, per la maggior di provenienza sindacale e impiegatizia, insieme a qualche giovane, arrivano alla spicciolata, votano in maniera quasi palese e se ne vanno, senza neanche nascondere la privacy dietro l’urna. Qualcuno ci crede ancora. I risultati definitivi si avranno solo in tarda serata, ma la vittoria di Bonaccini appare scontata, anche se i piccoli circoli come Ginosa, potrebbero riservare qualche sorpresa, nel segno di un rinnovamento, non si sa quanto reale. Fuori dalla sezione si creano piccoli crocicchi di dirigenti. Il popolo della sinistra che fu e di quella che potrebbe essere, cerca di ricompattarsi.
Almeno gli scenari appaiono più chiari: chi appoggia la candidatura di Elly Schlein, spererebbe in uno sfondamento a sinistra ed in un’alleanza stabile con i 5 stelle. I sostenitori di Bonaccini, guarderebbero ad un partito a trazione Emiliana, con un chiaro riferimento riformista. Quello che sembra mancare è una visione realmente alternativa all’esistente.
Michele Pacciano
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