Sono cominciati i giorni di ressa. Il traffico caotico, ma ancora controllato, le file davanti ai negozi e soprattutto alle pescherie, il ritorno degli studenti e dei lavoratori pendolari dal Nord, che si nota soprattutto davanti ai bar del centro, per l’immancabile bicchiere di Raffo, Heineken, o prosecco, insieme alla chiacchiera, occasionale o colta, che spazia dallo sport a tutto lo scibile umano, qualche accenno di politica, è accolto per lo più con uno sbuffo.
Ancora non si sa che cosa si farà per Capodanno, è troppo presto, qualcuno andrà fuori per la vigilia, ma i più rimarranno in famiglia, magari con i bambini a guardarsi il film della Disney, trasmesso a rotazione, ogni vigilia di Natale. Con la cena, la messa, per chi ci crede e va in chiesa. E lo scarto dei regali.
Anche in tempo di austerità, o di crisi strisciante, o incombente, Natale è sempre Natale, un dono arriva comunque, sia anche solo un pensiero, o il calore di un abbraccio.
Ai problemi, ci penseremo, sì ma domani.
Ora sta per nascere un bambino, che si mette nei panni di ognuno, con un vagito di speranza.
Michele Pacciano
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