A chi passa frettolosamente per la nostra piazza, principale, chiuso e infreddolito nel cappotto dei propri pensieri, Ginosa potrebbe apparire come un un paese sonnecchioso e indolente, rintanato in cagnesco, malevolo e rancoroso, che si arrampica su se stesso, nel vano tentativo di sbarcare il lunario e di far passare un’altra pesante giornata.
Se si allarga un attimo lo sguardo e si apre il cuore, si scopre invece un’altra realtà.
C’è un tessuto operoso di piccole e medie imprese, testimoniato anche dal fervore della zona industriale ed artigiana, che ogni giorno lotta per affrontare una crisi incombente che a tratti si fa asfissiante, a cui le realtà imprenditoriali fanno fronte con coraggio se non con rabbia.
Il talento e la tenacia di alcuni capitani coraggiosi, hanno creato veri e propri imperi economici, alcuni dei quali hanno raggiunto la ribalta nazionale e mondiale. Il salto non è mai facile, ma bisogna avere il coraggio di osare ed investire, proprio quando sembra che il mondo ti vada contro e che devi navigare a vista.
La prova vivente di una vitalità non ancora dirompente, che arranca per uscire allo scoperto, ma che agisce sottotraccia, è data anche dal flusso di denaro dei diversi sportelli bancari, attualmente ne risultano quattro attivi ;e dalle tante società finanziarie.
Il mercato immobiliare, per quanto possa apparire in una fase di bonaccia, risulta riservare anche ottimi affari e qualche gradita sorpresa.
I bellissimi palazzi leopardiani del centro storico e le case gentilizie, vengono spesso ristrutturate, diventando bed and breakfast, o propulsori culturali, o ancora si allargano per arricchire la sede di una banca dal cuore antico.
Il tenore di vita vede un ceto medio sempre più impoverito, forse perché la ricchezza incamerata non ricade tutta sul Territorio. Si attende sempre lo straniero.
Il contadino inurbato ha paura, non si lancia. Molti non hanno la possibilità finanziaria di rischiare, le buone idee non bastano.
I nonni aiutano figli e nipoti in difficoltà alcuni restano, altri se ne vanno. Forse un giorno torneranno, magari. godersi la pensione.
Diventiamo un paese sempre più anziano.
Anche la solidarietà è un fiume carsico, ci sono tante organizzazioni di volontariato, associazioni culturali e legate al welfare, e un terzo settore vitale, che fa molto ma non decolla.
Le imprese, le industrie le varie aziende del Territorio, come impiegano il loro bilancio sociale, sanno che esiste, ne hanno uno?
Anche questo è un nuovo modo per andare incontro al prossimo.
le feste natalizie, come un barometro in chiaroscuro, fotografano una situazione a macchia di leopardo, tra macchinoni, giudati spesso, da giovani in abiti griffati, ostentati con falsa noncuranza e pacchi alimentari donati nel silenzio rispettoso e raccolti da mani rugose e avvizzite, da un lavoro mancato o perduto, avvolto nella bolla d’ansia di un domani incerto e fumoso. L’oggi è già troppo compromesso e incrinato, in esistenze sconnesse e discorsi interrotti.
Le istituzioni fanno quello che possono, in alcune realtà, la Chiesa rimane l’unico vero presidio sociale.
La scelta è tra vivere e sopravvivere. Sul difficile crinale tra speranza e disillusione. Andiamo avanti guardinghi, con circoscrizione.
Ciascuno decide da che parte stare e da che lato guardare. Spetta ad ognuno, la scelta va fatta ogni giorno, anche con la forza della disperazione, cercando di non cedere all’inerzia e di non cadere nella depressione. Senza perdere il gusto della fatica e delle piccole conquiste.
Ginosa non è solo polvere sotto il tappeto e fuoco sotto la cenere, é anche il buio che non attraversiamo e la luce che non vediamo.
Forse la chiave di volta sta nel riprendere la fiducia in noi stessi e nel cercare insieme una via e una visione comune di sviluppo, puntando su ciò che siamo e su ciò che abbiamo. Perché nessuna vita è mai banale e La bellezza è negli occhi di chi guarda. Anche nei tuoi, che hai tutto un anno per vivere, per lottare, per inventare e per amare. Per ritrovare e valorizzare, per far fruttare la tua nascosta ricchezza interiore.
Quando non ce la fai, non aver paura, tendi la mano e chiedi aiuto, qualcuno, sicuramente, sta solo aspettando di ascoltarti.
Buon 2024 di speranza a tutti.
(mip)
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