Il giorno 28 Marzo 2022, noi alunni delle classi 2A-2B-2C secondaria dell’Istituto “Deledda-S.G. Bosco”, nell’aula polifunzionale 3.0, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il signor Angelo Inglese, imprenditore ginosino nell’ambito sartoriale. Dopo le presentazioni, anche con la signora Graziana, sua moglie, i saluti e l’illustrazione del progetto con le sue finalità, il signor Inglese ha cominciato a raccontare di sé…. Si deve a sua nonna Annunziata De Franceschi, originaria di Laterza, l’avvio dell’arte del cucito, la quale, rimasta vedova, iniziò ad occuparsi della famiglia dedicandosi al cucito e prevalentemente di camicie. Un mestiere che trasmise ai suoi figli e ai suoi nipoti, ma soprattutto lui, Angelo Inglese, ne ha saputo fare tesoro.
Il contatto quotidiano con i tessuti, la passione trasmessagli, la voglia di realizzare prodotti di qualità, le riviste di settore, gli hanno permesso con il tempo di diventare l’uomo che è oggi: un imprenditore ginosino che tiene al suo paese e che è fiero di sé. La sua è divenuta, con il tempo, una piccola azienda in cui l’obiettivo principale è la qualità e l’originalità nella manifattura, nell’utilizzo dei tessuti e nella cura dei dettagli artigianali dei capi,
conservando le tecniche tradizionali e manuali. L’artigianato è un settore prezioso ma anche rischioso, perché il processo di industrializzazione degli ultimi tempi ha causato crisi nella manodopera, negli investimenti e negli acquisti, ma il Sig. Angelo è andato avanti con passione.
Attualmente, nel suo laboratorio, a produrre camicie, giacche, cravatte, foulard, ci sono15 donne con molta esperienza e con mani esperte nella tecnica tessile. Più volte ci sono state occasioni per passare ad una produzione industriale ma, la tradizione, ha sempre avuto la meglio. Sicuramente i tempi di lavoro nella confezione artigianale sono molto più lunghi di quelli industriali, una camicia fatta a mano, nel laboratorio del sig. Inglese, richiede circa venti ore di lavoro, ma, a capo confezionato, si prova una immensa soddisfazione. Attenta è la ricerca dei tessuti, per più del 70% sono tessuti italiani, il 30% tra svizzeri e inglesi, anche se, con la brexit, i prezzi sono aumentati notevolmente. Sono tutti prodotti di alta qualità con ricercatezza nei colori e nelle fantasie.
Le vendite non sono solo in Italia, ma si estendono anche in altre parti del mondo: Germania, America, Corea, Asia, Nord Europa, Emirati Arabi, Australia e con la Russia, prima degli ultimi disastrosi eventi politici. In particolare, con i giapponesi, che amano lo stile italiano, i prodotti fatti a mano e i colori tenui. Ha inoltre ricordato che gli scambi culturali sono molto importanti e, per attuarli, è necessario conoscere la lingua internazionale… l’inglese! Ci ha detto di aver lavorato per persone famose quali: la Famiglia Reale, Donald Trump, Vittorio Sgarbi, Achille Lauro (con il quale stanno avviando una significativa collaborazione), Chiello e Taxi B, Lino Banfi, Checco Zalone, Francis Ford Coppola e Yukio Hatoyama, l’ex premier giapponese. Sotto il profilo gestionale la sartoria ha un sito internet con gli articoli e i capi che realizzano, tutti curati in ogni dettaglio: abiti, camicie, polo, cravatte, gemelli, bracciali, profumi, accessori per giacca (fiori, pochette), foulard. La realizzazione di fiori per giacca all’uncinetto, bracciali iconici, orli, profumi speziati completa le produzioni Made in Italy della sartoria Inglese. I profumi riprendono le essenze della nostra gravina e della nostra terra, interessante e originale sembra essere il profumo all’essenza di fichi.
Abbiamo chiesto al signor Inglese alcune informazioni sul laboratorio di Via Matrice: argomento che lo ha un po’ rattristato perché l’alluvione di nove anni fa ha portato via persone, case, progetti di vita. Nelle sue intenzioni c’era il progetto di dar vita, nella zona antica di Ginosa, nei pressi della Chiesa Madre, a un laboratorio professionale per insegnare ai giovani il mestiere sartoriale, perchè la scuola insegna solo teoria, la pratica la si apprende esclusivamente nei laboratori, dove le conoscenze si applicano e si sperimentano. La cultura e la tradizione dell’artigianato non possono scomparire, ci dice il sig. Inglese, soprattutto in quelle aree regionali in cui nel passato hanno fatto da padrona. La fuga dal proprio luogo non è costruttiva, dobbiamo investire le nostre energie dove siamo e con qualifiche e competenze diversificate, bisogna valorizzare il lavoro manifatturiero, artigianale, creativo, ecc. e di questi aspetti devono però occuparsene anche le istituzioni. Secondo me, il signor Inglese è un grande esempio per tutti noi. Nel parlare di sé ha pronunciato spesso la parola “passione”, un termine che ci fa subito intendere quanto amore e forza di volontà impieghi quest’uomo nel suo lavoro. Ciò non è scontato perché, spesso capita, di svolgere un lavoro, che non rende davvero felici, al contrario Angelo Inglese ci ha dimostrato che credendo nelle proprie passioni, si possono raggiungere traguardi che mai ci saremmo sognati di superare!
Ringraziamo ancora una volta le docenti referenti Antezza Emanuella, Mele Damiana, Zicari Maria
Colapinto Susanna 2^C
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