Gli alunni delle classi 2A- 2B -2C proseguono le indagini storiche, relative al progetto “ Storie e Racconti della Ginosa antica”, con un nuovo ospite il signor Gianni Gigli, il quale ha parlato di due famiglie importanti della nostra città: Miani – Gigli
Le prime notizie della famiglia Miani (inizialmente Emiliani) risalgono al 1300, di origine patrizia e veneziana. Si annoverano tra i discendenti San Gerolamo Emiliani (1486-1537) e Pietro Emiliani (1362-1433). La famiglia si stabilì in seguito in Puglia, provincia di Bari, a Polignano, dove i Miani erano antichi feudatari, il palazzo marchesale era di loro proprietà e il conte Nicola Miani acquistò la famosa grotta Palazzese (grotta di Palazzo). Intorno al 1800 i Miani giunsero a Ginosa come proprietari terrieri. Nel 1857 Ginosa viene colpita da un terremoto e il potestà Francesco Miani riceve un’onorificenza da Ferdinando II delle due Sicilie, per essersi adoperato per soccorrere i feriti. Della famiglia Miani, sono ricordati tre fratelli: Teresa Miani, alla quale si deve la donazione dello stadio, Luigi Miani e Angelo Miani.
Angelo non si sposò, in seguito ad una relazione con la sua governante, Santoiemma, ebbe due figlie, una delle quali Maria Santoiemma, ricevette in dote numerosi terreni e il palazzo Miani (che successivamente ha ospitato la scuola “Carducci”). Qui visse fino al 1958 Maria Santoiemma, che sposò Angelo Gigli, figlio di Giovanni Gigli, originario di Grottole, il quale si era recato a Ginosa in qualità di vice pretore. Da questo matrimonio nacquero sette figli, tra essi ricordiamo il primogenito Giovanni che divenne dottore, medico condotto e ufficiale sanitario di Ginosa, autore del libro “Raccolta delle voci dialettali ginosini”.
Terminato l’incontro, gli alunni, accompagnati dalle prof. sse Antezza E., Mele D., Zicari M. e dal signor Gigli G., si sono recati al cimitero per la visita alla cappella gentilizia della famiglia Miani, ubicata a destra dell’entrata monumentale. La cappella presenta due sezioni: il capitolo ricettizio nella parte retrostante, riservata ai sacerdoti, e la parte antistante in cui è presente l’epigrafe della contessa Teresa Miani.
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