Nell’ora del vespro di venerdì 26 agosto 2022, Ginosa ha vissuto un’emozionante evento: ha infatti accolto le sculture dei Santi Patroni Cosma e Damiano di ritorno dal restauro conservativo annunciato il 17 gennaio nella memoria liturgica di sant’Antonio, abate, e tenuto presso Rutigliano (BA) dal prof. Giovanni Boraccesi. Dopo l’esposizione nella parrocchia di S. Martino V. e la pia preghiera popolare guidata dall’arciprete don Andrea Cristella, ha avuto luogo la solenne celebrazione presieduta da don Domenico Giacovelli, in qualità di Direttore dell’Ufficio Diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto. Dopo il “saluto apostolico”, don Andrea ha tenuto una breve orazione in cui ha riportato le parole di un gesuita, che ci fanno pensare a Dio non come un “rivoluzionario”, ma come un Dio che “ripara”. Poco più tardi è giunta l’omelia di don Domenico, che ha saputo unire storia e fede partendo dalla liturgia della Parola: ha ribadito come i due santi abbiano prestato cure quasi sempre gratuite in un tempo in cui la medicina era per pochissimi, i più ricchi. Ha poi continuato parlando del legame tra la confraternita chiamata “dei Santi Medici” e la devozione popolare verso i “santi d’Oriente”, che non sono sempre andate di pari passo: al centro della preghiera settecentesca ginosina verso i due intercessori, infatti, vi era un affresco che ad oggi è sempre più dimenticato, che va sbiadendo con la sua memoria. Questo bene di grande valore simbolico e culturale, infatti, era stato prima in Santa Maria del Piano e poi in Santa Croce, la chiesa che allora occupava parte dell’attuale parrocchia di San Martino (ov’è ancora conservato), dove la devozione verso i due santi incontra per la prima volta la confraternita della Santa Croce e dell’Addolorata, che ad oggi la porta avanti con i simulacri tanto amati dalla popolazione cittadina. Infine, ha riportato alla mente dei fedeli l’importanza dei due Patroni come martiri, poiché, come dice l’Apocalisse di san Giovanni, essi hanno lavato nel sangue dell’Agnello le proprie vesti, rendendole candide, e reggendo tra le mani la palma, mostrandoci il cammino: mantenere la veste bianca con le buone opere, alimentando la fede. Giungiamo dunque ai riti di conclusione, dove, prima della benedizione, il priore Vincenzo Curci ha espresso il suo sentito ringraziamento a tutti i coinvolti. Le immagini dei santi sono ora presso la rettoria dei Santi Medici.
Paolo Cascardi
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