GINOSA – «Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita…»
Nell’anno del VII Centenario dalla morte di Dante, potrebbe apparire come la citazione più scontata e più abusata che ci sia, ma è proprio questo il grande segreto della letteratura universale, quello di ritrarre plasticamente, anche a millenni di distanza, la situazione attuale, anche in un angolo sperduto e sparuto di mondo, sul confine meridionale della Murgia, nato e cresciuto, sull’orlo del confine tra due regioni, come può essere Ginosa.
Tuttavia, è proprio in un momento difficile come questo, ammorbato dalla pandemia e dalla crisi economica, con gravi vertenze occupazionali e ambientali, che ci toccano drammaticamente da, vicino, è adesso che bisogna sforzarsi di dissodare la speranza, proprio come i nostri contadini fanno con il frangizolle.
Quando tutto appare ripiegato sull’oggi, sulle incombenti e stringenti esigenze quotidiane, l’orizzonte non può essere solo un tozzo di pane, seppur legittimo, lievitato e giustificato dalla rabbia sociale, occorre una visione di insieme, per una rinascita reale urge quel pragmatismo onirico, che ha caratterizzato il riscatto dalle grandi crisi, in cui le peculiarità di ognuno sono state messe al servizio del progresso di tutti, senza invocare soluzioni subitanee e confuse, ma facendo invece ricorso alle competenze individuali e collettive, per un piano di riscossa strategica di lungo periodo.
In quest’ottica di cose da fare, anche da Ginosa, si può ripartire.
A pochi mesi dalle elezioni amministrative, il movimento Con Ginosa e Marina di Ginosa, che fa riferimento in consiglio regionale al presidente Michele Emiliano e al consigliere regionale Gianfranco Lopane, insieme al Partito Democratico di Ginosa e Marina di Ginosa, si sono uniti sulla piattaforma di un programma comune.
Non conosciamo approfonditamente i termini di questo accordo programmatico, ci riserviamo di analizzarne in seguito le dinamiche e i frutti, tuttavia ci ostiniamo a sperare che questa mossa unitaria a sinistra, induca tutti gli attori in campo, ad un ritorno verso una ritrovata coscienza politica, che preluda all’obiettivo di un bene comune condiviso, ma che ahinoi, in tempi recenti, è apparsa troppo spesso mancante. Qualcuno pensi al Padre Dante.
Michele Paccana
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