Comoda, semplice e conveniente. È l’app EasyPark reclamizzata sui parchimetri con cui anche a Ginosa, “sarebbe” possibile pagare la sosta nelle aree blu. Il funzionamento è comune a quello di tante altre applicazioni e fa risparmiare, soldi, tempo e stress. Si scarica sul cellulare, geolocalizza l’auto e ti consente di pagare il parcheggio con pochi passaggi, senza tirare fuori un centesimo, né andare a cercare la colonnina per il pagamento. Occorre stampare ed esporre sul cruscotto il talloncino dedicato alla vettura, riportante il numero di targa.
In teoria l’accertatore della sosta, usando lo stesso sistema, può verificare con la medesima facilità che l’auto parcheggiata senza alcuna ricevuta, in realtà, abbia pagato.
Tutto bene? Nì. Perché se è vero che la tecnologia è una gran bella cosa, di fatto poi capita che a Ginosa, un integerrimo e tecnologico automobilista, paga e si ritrova con la multa sul parabrezza.
Immediata la contestazione al vigile urbano sanzionatore che ammette di non essere a conoscenza del moderno sistema di pagamento. Le scuse e la promessa di annullare il verbale ma resta l’imbarazzo per la figuraccia fatta con i passanti incuriositi.
Ma possibile che i vigili non siano stati informati della convenzione e dei suoi termini?
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