Agli incontri in programma nella cop26 coalition (https://cop26coalition.org/peoples-summit/), 150 eventi svolti dal 7 al 10 novembre, c’è stato spazio anche per la questione Taranto grazie all’intervento di Luciano Manna, ambientalista tarantino impegnato in prima linea nella battaglia ambientalista sugli effetti dell’inquinamento nel capoluogo. Se ne è discusso nel panel odierno avente come tema “Climate Justice for All” che si é tenuto nel teatro del Centre for Contemporary Arts di Glasgow.
Durante gli interventi i rappresentanti provenienti da ogni parte del mondo, dall’Asia al Sudamerica, sino all’Europa e all’Africa, hanno raccontato ed illustrato i conflitti ambientali esistenti nelle loro terre e le azioni praticate dai movimenti per contrastare questi conflitti con strumenti legali e di attivismo civico.
Per Taranto, in meno di cinque minuti visto il numero degli interventi, Manna ha potuto informare i partecipanti circa l’attuale e persistente contaminazione delle matrici ambientali a causa dell’attività del siderurgico ex Ilva, oggi gestito da Arcelor Mittal e dal Governo, nonostante un processo penale concluso con 300 anni di condanne, una infrazione in corso da parte della Commissione europea e la pesante condanna allo stato Italia arrivata nel 2019 da parte della Corte europea dei diritti umani.
“Le persone presenti nel teatro sono rimaste allibite – racconta Manna – e allo stesso tempo interessate per quello che accade oggi in uno stato civile come quello italiano, soprattutto perché durante il mio intervento ho chiesto aiuto alla comunità mondiale intervenuta alla cop26 perché ancora oggi le violazioni continuano a provocare danno sanitario e disagio sociale per i lavoratori. I contatti presi con i movimenti fanno ben sperare che Taranto sia in calendario per i prossimi eventi. Il mio intervento alla cop26 di Glasgow è terminato con l’esclamazione “Taranto Libera”
Luciano Manna
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