GINOSA – Giovanni Giannini era un artista abbastanza famoso, di origini ginosine, la sua pittura si poteva definire come una sorta di realismo onirico, ma lui era difficilmente ascrivibile ad una corrente artistica. Le sue donne richiamavano il matriarcato di tutti i Sud del mondo ed erano un misto tra Renoir e Chagall, passando per le intuizioni antropologiche di Ernesto De Martino.
Profondamente legato alla sua terra e ha Ginosa, che gli riportava emozioni di un’infanzia, ritrovata, ma mai veramente lasciata, donò a Ginosa la propria collezione d’arte, testimonianze di un gusto, anche di un legame profondo con le avanguardie artistiche del secondo 900 e oltre. Il destino volle che la donazione fosse fatta poco prima della sua morte, quasi un lascito è un pegno d’affetto ai luoghi e alla Terra, intesa come luogo il momento generante, come Gea, la grande madre, in cui Tutto nasce e a cui tutto torna. Anima Mundi e e sovracoscienza universale. Dentro ogni artista c’è un bambino che rinasce perché si riconosce.
I quadri che costituiscono il fulcro di quella donazione è di quella eredità spirituale, ritrovano oggi una casa ideale, e vanno ad arricchire quel teatro Alcanices, chi vuole ridiventare contenitore di una cultura conservata e vivificata per le nuove generazioni.
I 18 dipinti recanti la firma di diversi autori impreziosiranno le pareti del teatro comunale di Corso Vittorio Emanuele II.
Le cornici sono state ripristinate interamente nella struttura, all’interno e nel vetro protettivo, con l’inserimento di nuovi ganci più resistenti.
All’insediamento dell’Amministrazione Parisi i quadri erano stati ritrovati custoditi in una stanza del Teatro Alcanices. Il Consigliere con delega ai Beni Culturali Angelo Moro, dopo averli fotografati e aver applicato il codice alfanumerico su un bollino adesivo sul retro, si è poi occupato del loro recupero, predisponendone l’iter.
Oggi 1 dicembre è avvenuta la riconsegna delle opere alla presenza dell’Assessore alla Cultura Emiliana Bitetti.
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