ROMA – Avevo una trasferta a Roma. Ho prenotato un buon albergo, nei pressi di Fiumicino. Era lì che dovevo operare. Ho chiesto una camera per disabili, con servizi e bagno adeguati e mi è stato risposto che non c’erano problemi. Avrei alloggiato in una superior con mia madre.
Arrivato alle 10 di sera, dopo 5 ore di viaggio estenuante non vedevo l’ora di andare in bagno e di mettermi a letto.
Appena ho aperto la porta con la tessera elettronica, mi aspettava un’amara sorpresa: c’era sì il bagno per disabili, con lavandino e doccia fruibili, ma in prossimità del water non c’era alcuna maniglia per mantenersi e per muoversi in autonomia.
Non so come avrei fatto se non ci fosse stata mia madre. Non riuscivo a sedermi sul vaso, ad alzarmi da solo e raggiungere la carrozzina a rotelle. Per non parlare di come vestirmi, o lavarmi senza sudare come un pulcino. Pur volendo, dove lo trovavo alle 10:30 di sera un altro albergo abilitato?
Lo so, non è colpa degli albergatori o del personale. Che immancabilmente si sono Mostrati desolati e rammaricati, hanno assicurato che lo faranno presente alla direzione. Ma possibile che quando si struttura una stanza per disabili si facciano errori così marchiani?
Possibile che ogni volta che devo viaggiare, e nel mio mestiere capita spesso, devo sempre fare la caccia al tesoro per trovare un albergo a norma?
Se mi fossi fatto male, si sarebbe sicuramente parlato di omissioni colpose. Ma tanto noi disabili siamo troppo pochi. Non riusciamo mai ad essere un gruppo di pressione Quindi tutto va bene Madama la marchesa. Tanto vale comprarsi un camper. Tanto le leggi ci sono ma non c’è chi le rispetti.
Sarebbe ora che scendessimo seriamente in campo. Perché non pensare, con le associazioni di categoria più rappresentative, penso all’ ANFFAS, o anche alla Fish, che oltre a far sentire la loro voce, potessero anche mettere su una app, che, magari premiando le strutture accessibili, permettessero ai disabili di trovare una accommodation consona in ogni grande città d’Italia? (mip).
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