Dopo le inchieste e le sanzioni per gli abusi nello sfruttamento delle loro posizioni dominanti sul mercato, ora l’Europa chiede ai giganti del web di fare la spia al fisco. Lo scopo è quello di trovare sacche di evasione che nascono sulle piattaforme dei big tech. Dal 2023, come riporta Italia Oggi, Google e Amazon, ma anche Facebook, Instagram, Airbnb dovranno passare al fisco i dati di chi fa affari d’oro attraverso i loro siti. Lo prevede la revisione della Direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7) come proposta a luglio dalla Commissione europea e approvata ieri dai ministri delle finanze dei paesi dell’Unione europea.
In questo modo le amministrazioni fiscali degli stati membri dell’Ue otterranno automaticamente le informazioni sulle transazioni effettuate dagli utenti in modo da contrastare l’evasione dell’Iva, i dazi e imposte sul reddito. Le piattaforme situate all’esterno dell’Ue dovranno registrarsi in uno stato membro e dovranno inviare le informazioni a quest’ultimo che poi le condividerà con gli altri stati membri.
Per chi non si adegua arriveranno pesanti sanzioni che aumenteranno con la gravità dell’inadempienza fino ad arrivare alla sospensione dell’accesso al mercato.
Questo comporterà nuovi adempimenti per gli utenti del web che dovranno fornire più informazioni per le attività svolte online che vanno dall’affitto di beni immobili alla fornitura di servizi, dalla vendita di beni al noleggio di mezzo di trasporto, e ancora investimenti e crowdfunding. (Informa)
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