“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
In questo 1° maggio, non vogliamo ancora una volta denunciare il lavoro che non c’è, la precarietà che incombe, i nuovi poveri che bussano in massa alle porte delle mense sociali e degli empori solidali, anche a Ginosa.
Vogliamo invece provare, per quanto difficile sia, provare a dissodare un granello di speranza e a cercare di comprendere, cosa noi, personalmente, possiamo fare, perché questa situazione cambi.
Un esempio concreto: sono state messe all’asta, al prezzo simbolico di un euro, le case cantoniere, che costeggiano il manto stradale. Perché non mettersi in cooperativa, ammodernarle e farne dei luoghi di cultura, di ritrovo e di ristoro, magari facendo lavorare anche le persone con disabilità ed in difficoltà e rivalutando un angolo sparuto, intristito e abbandonato di Marina di Ginosa?
Esistono anche fondi europei per la riqualificazione di piccoli teatri e cinema di provincia. Perché non pensare a una riorganizzazione di quello gioiello che è il teatro Metropolitan di Ginosa il magari pensare alla ristrutturazione del cinema arena, La Pineta di Marina di Ginosa, che ha cullato i nostri sogni estivi di bambini e di adolescenti e che ora appare prossimo all’abbandono?
Perché non ideare, con queste e con altre formule, centri studi ed ostelli per incentivando il turismo a basso costo?
L’umpresa sociale può essere una delle alternative alla precarizzazione occupazionale.
Per vincere in economia, come rilevava il dottor Franco d’Alconzo, primo presidente e fondatore della Banca di Credito Cooperativo di Marina di Ginosa, bisogna innestare processi anticiclici, programmare l’impossibile e strutturare l’impensabile.
Ad ottobre sono previste le elezioni amministrative al comune di Ginosa. Perché non osare, perché non mettersi in gioco con proposte innovative, che con competenza, scompaginino lo starus quo?
Sembra quasi ritrovare la fiducia nella politica. Ma perché non riprovarci?
Ti avremmo dato un briciolo di speranza, anche ad uno solo dei disperati e dei disillusi che ti passano ogni giorno accanto, avremo fatto cosa gradita a Dio, al mondo e a noi stessi.
Coraggio, rialziamoci e torniamo a camminare. Insieme.
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