“Il garante regionale dei detenuti Piero Rossi ha riferito che, se il direttore della casa circondariale di Taranto lo dovesse ritenere utile, si impegnerà a contribuire individuando risorse perché il progetto che illustriamo oggi, possa avere una prosecuzione”. Così Carlo Martello, segretario generale di Confcooperative Taranto nella conferenza di presentazione del progetto culturale “Il dialetto entra in carcere”, che prenderà il via domani all’interno della casa circondariale tarantina, grazie alla disponibilità del direttore Luciano Mellone, alla presenza proprio del garante dei detenuti Rossi, e con la collaborazione di Enzo Risolvo, presidente dell’associazione Taranto Centro Storico.
Enzo Risolvo: “Domani saremo in carcere per fare in modo che gli ospiti della struttura possano innamorarsi del nostro dialetto, individuando anche similitudini con la lingua latina (es. malesigne: mala tempora currunt). Ma parleremo anche degli antichi giochi di strada come il gioco della livoria, unico effettivamente tarantino”.
Nell’occasione sarà anche presentato il Nuovo Dizionario Dialettale Taranto, a cura dello stesso Enzo Risolvo.
“Ci teniamo particolarmente a questa iniziativa – puntualizza Martello – soprattutto perché crediamo nella funzione rieducativa della pena detentiva, oggi pericolosamente compromessa dalla inadeguatezza di strutture e dalla gravissima carenza di personale all’interno, tra agenti di polizia penitenziaria, ma anche figure specializzate direttamente interessate dalla rieducazione. Per questo, sono particolarmente grato al direttore del carcere Luciano Mellone per l’ospitalità, al garante dei detenuti Rossi per la disponibilità e a Enzo Risolvo perché mette a disposizione il suo patrimonio culturale per una causa assolutamente valida”.
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