“L’aumento dei prezzi dei cereali, che va dal 30 al 50%, determina ovviamente i suoi effetti sul costo delle carni”. A lanciare l’allarme è Egidio Andriani, presidente di Federmacellai di CasaImpresa Taranto.
“Si tratta di una problematica – prosegue la nota – che si inserisce in un contesto caratterizzato da tutta una serie di rincari. Lievita il costo dell’energia elettrica, delle materie prime, del trasporto: tutto questo di qui a poco, peserà non poco sulle tasche dei commercianti e quindi dei consumatori”.
“Due i rischi che si corrono in questo momento – avverte Andriani – e, in entrambi i casi, a farne le spese sarebbero i consumatori. In primis, gli aumenti in questione andrebbero a ricadere inevitabilmente proprio sull’ultimo anello della catena; in alternativa, cosa piuttosto seria e grave per la salute, qualche commerciante potrebbe scegliere di proporre un prodotto dalla qualità più bassa, mantenendo così il costo invariato”.
“Parliamo di cambiamenti di cui i consumatori non hanno ancora la piena consapevolezza e che percepiranno in maniera esatta solo tra qualche mese, quando gli esercenti non potranno più fare a meno di modificare i prezzi e quando arriveranno le prime bollette relative al periodo interessato dagli incrementi”.
“Da qui – Andriani infine conclude, passando alla proposta – l’esigenza di creare, sia a livello nazionale che a livello locale, delle occasioni di confronto che consentano di pensare, se non ad una soluzione, obiettivamente difficile da individuare, a degli strumenti per gestire il problema. Questo al fine di salvaguardare l’intera filiera e chi, al termine dei processi produttivi, è il destinatario finale”.
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