Non credo nel partito dei disabili. Ritengo, tuttavia, che le persone con disabilità, possano e debbano, se lo vogliano, impegnarsi direttamente in politica, ma soprattutto essere e diventare un gruppo di pressione attivo per la politica. Sul fronte dei diritti. non solo quelli propri, ma quelli di tutti.
Dobbiamo cercare e trovare interlocutori credibili nella classe politica, che diventino punti di riferimento per la causa di una corretta interazione, al di là dei colori e dei diversi schieramenti di partiti e movimenti.
Un bell’esempio, in questo senso, viene dalla Toscana
Jacopo Melio, è un giornalista e scrittore con disabilità.
Con 1233 preferenze è risultato il maggior suffragato nelle liste del PD in Toscana. Non è arrivato all’impegno politico per caso, prima dopo e durante è stato il propulsore di tante battaglie di civiltà, come quella per poter prendere il treno in autonomia che lo ha fatto conoscere in tutta Italia.
La politica lo ha chiamato, lo ha cooptato per una giusta causa.
Molti dicono che questa alle elezioni regionali, siala vittoria del PD di Zingaretti.
Penso in realtà, che sia la vittoria dei Governatori, in senso più generale. Un dato comunque appare certo: anche se timidamente, dopo l’ubriacatura populista, si sta decisamente tornando a fare politica, quella vera, che si nutre di persone che diventano un simbolo, un traino positivo per il bene comune.
Jacopo Melio, non è uno specchietto per le allodole, è proprio uno di questi simboli. Se lo ha scelto con convinzione, come opzione politica, anche un ectoplasma com’è il PD, può ritrovare le disperse ragioni di una identità e imboccare la strada giusta di una possibile rinascita. Della politica. (mip)
FIRENZE –
PIÙ COMMENTATI