E così Donald Trump è il primo presidente della storia degli Stati Uniti a finire sotto impeachment due volte. A una settimana esatta dalla fine del suo mandato alla Casa Bianca, la Camera ha votato, l’impeachment contro di lui. Anche 10 repubblicani gli hanno voltato le spalle, dimostrando quanto il Grand old party sia stato lacerato dalla politica trumpiana. A favore della messa in stato di accusa 232 parlamentari, contrari 197 e 5 gli astenuti. Il Senato però non avrà tempo per il secondo e definitivo voto, ma la macchia resterà nella storia.
L’accusa è di incitamento all’insurrezione per aver istigato, il 6 gennaio scorso, in un comizio i suoi fan ad assaltare il Congresso e impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden, che ha contestato per settimane evocando inesistenti brogli elettorali. Un attacco costato cinque morti, diversi feriti, danneggiamenti e una ferita senza precedenti alla democrazia americana.
“Trump è un pericolo evidente ed immediato, ha incitato la ribellione armata contro la nazione, deve essere destituito”, ha denunciato in aula la speaker della Camera Nancy Pelosi, definendo i rivoltosi non “patrioti”, come li ha chiamati il presidente, ma “terroristi”.
Il voto avviene in una Washington blindata: oltre al presidio della Guardia nazionale, intorno al Congresso è stata issata un’alta recinzione metallica. Misure di sicurezza speciali anche per la residenza del vicepresidente Mike Pence, l’US Naval Observatory, dove nella notte i militari hanno innalzato tutto intorno una barriera di metallo. Nei giorni scorsi l’Fbi aveva lanciato l’allarme per nuove proteste armate a Washington e in altri Stati americani in vista del giuramento di Joe Biden il 20 gennaio. Centinaia di riservisti hanno passato la notte all’interno di Capitol Hill, dormendo e bivaccando nelle sale e nei corridoi mentre arrivavano gli eletti.
La mozione di impeachment arriva dopo che la Camera ha approvato quella che chiede al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25esimo emendamento e rimuovere Donald Trump dal suo incarico alla Casa Bianca. Si tratta, però, di un via libera puramente simbolico. Mentre in Aula era in corso il dibattito, infatti, Pence ha fatto recapitare a Nancy Pelosi, Speaker della Camera, una lettera in cui ribadisce la sua contrarietà al 25esimo emendamento.
Nella lettera, Pence ha scritto che utilizzare il 25esimo emendamento per rimuovere Trump non è nel miglior interesse degli Stati Uniti. “L’energia della nostra amministrazione è diretta ad assicurare un’ordinata transizione”, ha assicurato. “Ogni americano è scioccato e rattristato dall’attacco al Campidoglio”, ha aggiunto Pence, ringraziando Pelosi per la sua leadership nell’aver fatto riprendere i lavori dopo gli scontri dimostrando così agli “americani che l’unità è ancora possibile in Congresso”.
Il 25esimo emendamento prevede che il vicepresidente (in questo caso Mike Pence) prenda i poteri del Commander in chief come facente funzioni nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico per incapacità manifesta o malattia.
Nancy Pelosi arriva al Congresso
Il no ufficiale di Pence spiana la strada all’impeachment, che ha ricevuto un consenso crescente anche tra gli stessi repubblicani: già prima del voto erano usciti allo scoperto cinque deputati. Ma è al Senato che si gioca la partita: se la messa in stato d’accusa è compito della Camera, è il Senato ad avviare il processo, che prevede testimoni e interrogatori. La Costituzione prevede una maggioranza di due terzi per condannare una persona incriminata.
Intanto, YouTube ha deciso di sospendere il canale di Donald Trump per una settimana per aver postato un video che incita alla violenza. Il presidente non potrà caricare nuovi contenuti per un “minimo di una settimana”. La decisione arriva dopo l’assalto del giorno dell’Epifania al Campidoglio sulla base di quelle che vengono definite come “violazioni delle linee guida” della piattaforma. “Dopo una revisione, e alla luce delle preoccupazioni legate a potenziali nuove violenze, abbiamo rimosso il contenuto caricato nel canale di Donald J. Trump per aver violato le nostre linee guida”, fa sapere Youtube in una nota, “il canale ha ricevuto ora il suo primo strike (tre strike comportano la cancellazione del canale) ed è stato temporaneamente sospeso per un periodo minimo di sette giorni”.
Trump stasera è tornato a lanciare un appello alla calma e ad evitare “vandalismi e violenze” dopo il suo comizio di martedì in Texas, dove però aveva respinto ogni responsabilità, ammonendo che la messa in stato d’accusa è “la prosecuzione della più grande caccia alle streghe della storia” e sta causando una “enorme rabbia” nel Paese. In una dichiarazione alla Fox News, ha lanciato infine un appello a una “transizione pacifica”, invitando tutti gli americani e le Big Tech a “calmare” la situazione.
Elezioni violente in Uganda.
(Avvenire).
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