Da don Paolo Di Noia, primo Arciprete di cui a Ginosa si abbia prova documentale, a Don Rocco Lombardi, dalle più antiche chiese rupestri ai giorni nostri passando per due ordini monastici, i Cavalieri Teutonici, Napoleone, San Giovanni da Matera è il convento degli Agostiniani bruciato nel 1856. Una storia di Ginosa ricostruita per una volta con dovizia documentale e con piglio archivistico, attraverso l’evoluzione della sua chiesa e della sua comunità Cristiana. Questo e molto altro è il ponderoso lavoro di don Domenico Gacovelli, come ha detto nel presentarlo ieri sera al teatro Alcanices di Ginosa, il professor Giovangualberto Carducci, in una serata ricca di spunti organizzata dal Rotary Club Ginosa Laterza, in un riuscitissimo sodalizio culturale con i Lions, come ha sottolineato il presidente del Rotary Club Vincenzo Pavone, nella sua veste di moderatore dell’incontro.
Ma il volume di don Domenico Giacovelli, come ha puntualizzato il professor Aldo Corcella, dell’università di Basilicata, con la quale don Domenico collabora attivamente da anni, e anche il frutto di un accurato approccio filologico, con un ricchissimo corredo iconografico, che ritrova le fonti e se ne ciba come eredità e come punto di partenza per nuove indagini.
In definitiva, un viaggio a più voci in un’identità religiosa riscoperta e ritrovata, in cui ognuno può riconoscersi, come fa lo stesso don Domenico, in un tributo doveroso, ma anche accorato a quel popolo di Dio che siamo tutti noi. Ginosa diventa, nella ricetta di don Domenico, un microcosmo in cui leggere le ripercussioni della storia globale sui fatti locali. E viceversa.
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