Sabato 9 settembre nella sala del trono del castello ducale di Venosa, il Centro studi “Progetto Basilicata” ha organizzato un sit in dedicato ai Sindaci e alla loro incessante lavoro per il “Bene in Comune”.
Voluto a Venosa, per portare la propria solidarietà alla sindaca della cittadina oraziana, Marianna Ioanni, che recentemente ha subito il vile tentativo di incendio della propria auto, vittima di un grave episodio, di un gesto criminoso e inaccettabile.
“Chi subisce intimidazioni, di qualsiasi tipo, è sempre chi non scende a compromessi, chi prova a cambiare sistemi incancreniti, chi lavora in trasparenza e legalità” ha detto la coordinatrice dell’incontro Annamaria Scalise, già sindaca di Ruoti.
Presente in rappresentanza dell’ANCI il Sindaco Felicetta Lorenzo, che ha esortato a stigmatizzare questi episodi, nella certezza che questo vile episodio indurrà la prima cittadina ad andare avanti con maggiore determinazione. Diversi i Sindaci presenti che hanno voluto dare il loro sostegno, da Ruoti a Tursi, da Forenza a Matera, da Bella a a Pietragalla. Non ha fatto mancare la sua vicinanza il consigliere regionale Gianni Leggieri, sceso più volte in campo a difesa delle donne, il consigliere Verdi in rappresentanza della Provincia di Matera, Aurelio Pace, già Consigliere regionale.
Il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, ha dichiarato che in qualità di delegato UPI dell’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, chiederà al Ministero degli Interni e alla struttura di porre attenzione a quanto accaduto a Venosa perché questi fenomeni vanno combattuti Distinguendo e sostenendo senza se e senza ma chi lotta quotidianamente per il bene comune e allontanando ed indignandosi verso chi lotta per i propri interessi.
Fatti e non parole, esempi e non slogan.
È necessario far comprendere ai giovani che un futuro diverso e di uguaglianza è possibile, e tutti abbiamo il dovere di lottare in tal senso, a diverso titolo. Ma abbiamo bisogno di una energia civile che stigmatizzi questi comportamenti e le persone che ne sono gli autori, altrimenti tutto è consentito, e questi episodi si ripeteranno sempre con maggiore frequenza.
L’indignazione di facciata non serve a nessuno. Ogni violenza è una violazione dei diritti umani, diritti violati ogni qualvolta nel commentare un caso di cronaca di violenza sulle donne si tende a colpevolizzare la vittima.
Ma Ricostruire spetta a tutti
creiamo le associazioni, formiamo buoni cittadini che sappiano gestire la cosa pubblica, che abbiano a cuore la cosa pubblica, non farsi manipolare dalla paura, a impegnarsi nel sociale, a smetterla di pensare al solo ristretto interesse personalebisogna fare e farsi comunità, bisogna reagire.
Un momento di riflessione sul degrado sociale, che stiamo vivendo e che si va sempre accentuando e per il quale, a pagare le conseguenze, spesso sono proprio i sindaci: avamposto, parafulmine, resistenza attiva contro le sempre più frequenti mancanze di risposte con cui vengono lasciati soli ad amministrare intere comunità.
Un degrado che non riconosce più rispetto verso ogni forma di istituzione, in una società, che polverizza i ruoli della vita reale, in ogni campo e in ogni settore: incluse famiglia e scuola.
La presenza della Scalise ha riportato in maniera attualissima i gravi fatti subiti dalla ex sindaca di Ruoti: manovre, tatticismi ai danni di una donna che non si è piegata al comune andazzo della gestione della cosa pubblica prima del suo arrivo. Una storia che andrebbe raccontata nelle Scuole lucane, per educare i Ragazzi al ritorno alla cultura del rispetto delle istituzioni, siano esse donne o uomini, ad “essere legge” e non a “farsi legge”.
E che vi sia davvero una condanna sociale per chi invece mina continuamente la stabilità di una società sana, colpendo chi si impegna quotidianamente e con abnegazione per il Bene comune.
Sabato 9 settembre nella sala del trono del castello ducale di Venosa, il Centro studi “Progetto Basilicata” ha organizzato un sit in dedicato ai Sindaci e alla loro incessante lavoro per il “Bene in Comune”.
Voluto a Venosa, per portare la propria solidarietà alla sindaca della cittadina oraziana, Marianna Iovanni, che recentemente ha subito il vile tentativo di incendio della propria auto, vittima di un grave episodio, di un gesto criminoso e inaccettabile.
“Chi subisce intimidazioni, di qualsiasi tipo, è sempre chi non scende a compromessi, chi prova a cambiare sistemi incancreniti, chi lavora in trasparenza e legalità” ha detto la coordinatrice dell’incontro Annamaria Scalise, già sindaca di Ruoti.
Presente in rappresentanza dell’ANCI il Sindaco Felicetta Lorenzo, che ha esortato a stigmatizzare questi episodi, nella certezza che questo vile episodio indurrà la prima cittadina ad andare avanti con maggiore determinazione. Diversi i Sindaci presenti che hanno voluto dare il loro sostegno, da Ruoti a Tursi, da Forenza a Matera, da Bella a a Pietragalla, per citarne alcuni. Non ha fatto mancare la sua vicinanza il consigliere regionale Gianni Leggieri, sceso più volte in campo a difesa delle donne, il consigliere Nicola Verde in rappresentanza della Provincia di Matera, Aurelio Pace, già Consigliere regionale.
Fatti e non parole, esempi e non slogan. Distinguendo e sostenendo senza se e senza ma chi lotta quotidianamente per il bene comune e allontanando ed indignandosi verso chi lotta per i propri interessi.
L’obiettivo è far comprendere ai giovani che un futuro diverso e di uguaglianza è possibile, e tutti abbiamo il dovere di lottare in tal senso, a diverso titolo. Ma abbiamo bisogno di una energia civile che stigmatizzi questi comportamenti e le persone che ne sono gli autori, altrimenti tutto è consentito, e questi episodi si ripeteranno sempre con maggiore frequenza.
L’indignazione di facciata non serve a nessuno. Ogni violenza è una violazione dei diritti umani, diritti violati ogni qualvolta nel commentare un caso di cronaca di violenza sulle donne si tende a colpevolizzare la vittima.
Ricostruire spetta a tutti, creiamo le associazioni, formiamo buoni cittadini che sappiano gestire la cosa pubblica, che abbiano a cuore la cosa pubblica, non farsi manipolare dalla paura, a impegnarsi nel sociale, a smetterla di pensare al solo ristretto interesse personale bisogna fare e farsi comunità, bisogna reagire.
Un momento di riflessione sul degrado sociale, che stiamo vivendo e che si va sempre accentuando e per il quale, a pagare le conseguenze, spesso sono proprio i sindaci: avamposto, parafulmine, resistenza attiva contro le sempre più frequenti mancanze di risposte con cui vengono lasciati soli ad amministrare intere comunità.
Un degrado che non riconosce più rispetto verso ogni forma di istituzione, in una società, che polverizza i ruoli della vita reale, in ogni campo e in ogni settore: incluse famiglia e scuola.
La presenza della Scalise ha riportato in maniera attualissima i gravi fatti subiti dalla ex sindaca di Ruoti: manovre, tatticismi ai danni di una donna che non si è piegata al comune andazzo della gestione della cosa pubblica prima del suo arrivo. Una storia che andrebbe raccontata nelle Scuole lucane, per educare i Ragazzi al ritorno alla cultura del rispetto delle istituzioni, siano esse donne o uomini, ad “essere legge” e non a “farsi legge”.
E che vi sia davvero una condanna sociale per chi invece mina continuamente la stabilità di una società sana, colpendo chi si impegna quotidianamente e con abnegazione per il Bene comune.
Coordinamento
Centro Studi
Progetto Basilicata
Anna Maria Scalise
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