La Asl di Taranto, in sinergia con la Questura, ha predisposto un punto di accesso dedicato alle persone provenienti dall’Ucraina in fuga dalla guerra. In questo modo, i profughi che giungono nel territorio tarantino possono effettuare in un unico momento e in un unico luogo quanto previsto dalla normativa vigente.
All’esterno della Questura è stato allestito uno spazio nel quale vengono effettuati i tamponi Covid-19, obbligatori entro 48 ore dall’ingresso in Italia, e compilata una scheda sanitaria e di anamnesi vaccinale per verificare le vaccinazioni effettuate e eventuali altre necessità sanitarie. Ai profughi viene immediatamente rilasciato il codice Stp che sostituisce la tessera sanitaria per l’accesso ai servizi sanitari, come il «percorso rosa» per le donne in gravidanza e le procedure vaccinali per i bambini. Contestualmente avviene l’assegnazione del medico o del pediatra di base.
«Dobbiamo favorire – afferma Michele Conversano, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl ionica – quanto più possibile l’accoglienza, nel rispetto delle procedure amministrative e sanitarie. Il primo step è il tampone per identificare immediatamente gli eventuali casi positivi di contagio e poterli trattare nel miglior modo possibile. Redigiamo anche una scheda anamnestica vaccinale sia per la vaccinazione anti-covid sia per le vaccinazioni pediatriche che purtroppo, in questo periodo, in Ucraina sono state sospese».
Il questore di Taranto, Massimo Gambino, ha spiegato che «in sede di riunione presieduta dal Prefetto, è stata prevista la possibilità di snellimento delle procedure di accoglienza dei profughi ucraini. Dopo il tampone c’è il passaggio all’Ufficio Immigrazione e Polizia scientifica per il foto-segnalamento e poi si procederà, come previsto dalla normativa, con il rilascio di un permesso di soggiorno provvisorio della durata di un anno, se non ci sono particolari problemi».
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