<<Il progetto “over dis: oltre la disabilità” nasce a Ginosa, non è un progetto di ambito territoriale, si tratta di un progetto che nasce a Ginosa con l’Amministrazione PARISI e che ha suscitato l’interesse di Anci proprio perché se ne riconosce l’unicità>>. L’Assessore Romana Lippolis non nasconde la propria soddisfazione , ma guarda ad un progetto strutturato e continuativo – essere alla seconda edizione ci riempie di orgoglio in quanto insieme ai fruitori di questo progetto riusciamo ad essere flessibili e rispondere efficacemente alle esigenze ed ai suggerimenti che da loro provengono.
E’ un progetto “pilota”… In realtà io auspico che possa diventare un progetto “di ambito”, che possa essere considerato nei prossimi piani di zona o, meglio ancora, che non si parli più di “progetto” ma di qualcosa di strutturato nel sistema Italia.
Con questa nostra iniziativa rappresentiamo un esempio di come l’inclusione sia una risorsa per la comunità e per i servizi e, anche se al momento ci muoviamo con fondi comunali, che riconfermiamo di anno in anno proprio perché riconosciamo l’ambizione di questo progetto nel cambiare la prospettiva sulle persone con disabilità, confidiamo che diventi qualcosa in più.
Questa seconda edizione è stata molto molto attesa – continua l’Assessore -. per via della pandemia abbiamo dovuto posticipare il suo avvio per garantire la sicurezza di tutti. Negli ultimi mesi le telefonate da parte degli utenti del progetto (che premevano per poter ricominciare) ci hanno convinti ancor di più di quanto esso abbia delle “ricadute” positive non solo per loro ma anche per i servizi presso cui si adoperano!
Parliamo dunque di un progetto che riesce bene negli obiettivi che si pone ma purtroppo i suoi limiti sono nell’essere attivato e rinnovato da una Amministrazione Comunale che, quindi, si muove all’interno dei propri spazi di manovra.
Sono certa che chiunque possa coglierne la specificità e il potenziale ma finché resta a livello ginosino e marinese, purtroppo, resta figlio del territorio con tutti i limiti che ne derivano. Ad ogni modo rappresenta ad oggi un buon contributo per l’inizio del cambio di prospettiva di cui parlavo e se, insieme alle famiglie, si fa rete, questo percorso potrebbe mostrarci scenari che oggi possiamo solo immaginare.
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