Se ripercorri, la strada secondaria e irta che ricongiunge Laterza a Marina di Ginosa, dalle Gravine al mare, lo incontri sul tuo cammino, come un invito a guardare di lato, lungo sentieri non battuti. Il lamione dei Briganti, che la leggenda vuole rifugio di Coppolone, è un pezzo di storia sconosciuta, Bandita e dimenticata che ti interroga a metà strada tra passato e presente.
Proprio a questo luogo, carico di interrogativi, di amori e di passioni non sopite, si è ispirato Franco Lopane per il suo romanzo storico, che dà il titolo all’opera.
La vicenda di Lorenzo e Maria, i due protagonisti, in un tormentato intreccio di amore e riscatto, diventa lo snodo emblematico sul confine di un secolo.
Lorenzo, seminarista per forza e per fame, animato dai primi fermenti mazziniani e dall’amore per Maria, abbandonerà gli studi ecclesiastici per diventare suo malgrado brigante, poi rinuncerà financo alla sua identità, per rifarsi una vita con lei nelle Americhe.
È un libro ben scritto, ma è soprattutto una storia di agognata e non completamente consumata rinascita. Dopo averlo letto una domanda incresciosa ti rimane in gola: quella per il sud non fu tanto Guerra di Liberazione, quanto guerra di conquista e di rapina. Ma soprattutto, da cosa e da chi vennero a liberarci in armi i soldati piemontesi?
Il romanzo è stato presentato a Laterza al salone della Cavallerizza venerdì sera, alla presenza dell’autore.
Leggerlo sarà un’occasione ghiotta per riannodare il filo di ciò che siamo stati e ritrovare noi stessi. (mip)
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