Anche gli allevatori ionici denunciano un profondo stato di abitazione e prostrazione. Dalle aziende zootecniche si lancia un allarme. Coldiretti Puglia fotoga una stretta sui controlli per fermare il ribasso unilaterale del prezzo del latte alla stalla che crea forti tensioni e mette a rischio tutto il sistema degli allevamenti in Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al tavolo latte durante il quale l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia ha annunciato controlli stringenti lungo la filiera lattiero – casearia, un pugno duro necessario a mettere freno allo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare in Puglia, mentre il prezzo del latte spot, normalmente un acquisto momentaneo per sopperire alla mancanza di latte, è salito ancora dell’1,5 a Milano e dell’1,9% a Verona.
“Il prezzo del latte alla stalla in Puglia – afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”. Occorre fare ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede “lo stop a 16 pratiche sleali – aggiunge Piretro Piccioni, direttore regionale di Coldiretti – che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione”.
Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – insiste Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.
Occorre intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – incalza Coldiretti Puglia – appena 2mila stalle per la produzione di latte, decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – conclude Coldiretti Puglia – spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.
Bari, 22 settembre 2023
Teresa De Petro
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