Si parla di fallimento della politica migratoria
«Abbiamo denunciato pubblicamente ed in tutte le sedi il fallimento della politica migratoria e le condizioni nelle quali i nostri colleghi sono costretti ad operare all’interno dell’hotspot di Taranto. Abbiamo portato a conoscenza dell’opinione pubblica le precarie condizioni igienico/sanitarie e le ricadute negative anche sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica. Per questi ed altri motivi abbiamo chiesto la chiusura dell’hotspot almeno fino al suo completo adeguamento alle più elementari norme di sicurezza ed igienico/sanitarie. Abbiamo inoltre richiesto protocolli scritti di intervento in riferimento alla destinazione del centro immigrati, nonché di trasferire/aggregare alla questura di Taranto adeguato personale da destinare esclusivamente ai servizi finalizzati alla gestione della sicurezza dell’Hotspot».
Lo afferma Pasquale Magazzino, segretario provinciale del Sap di Taranto. «Nessuna risposta è stata data se non quella del continuo invio a Taranto di navi delle Ong (oramai i veri gestori della politica migratoria) cariche di immigrati, come quella in arrivo domani e quelle già fatte approdare alcuni giorni orsono rispettivamente con 438 e 659 immigrati. Assisteremo ancora all’impiego dei colleghi nei servizi di gestione degli sbarchi e per la vigilanza al centro immigrati. Poliziotti con specifiche professionalità distolti dalle loro attività e regolarmente impiegati presso l’hotspot. Alcuni giorni fa il nostro sindacato, rappresentativo di quasi 20.000 poliziotti, in un comunicato dal titolo “il silenzio dei colpevoli” ha voluto mettere in evidenza quelle figure istituzionali che rimangono impassibili e silenti davanti agli avvenimenti che stanno turbando la convivenza civile e la sicurezza in Italia. Spaccio di droga, immigrazione illegale, rave party illegali, microcriminalità, sporcizia e degrado pubblico sono oramai componenti di arredo del nostro Paese.
Gli organici delle forze dell’ordine – evidenzia Magazzino – negli anni sono stati decimati tra pensionamenti e mancate assunzioni. Il controllo del territorio che rappresentava il punto di forza del sistema sicurezza è al collasso. Il presidio del territorio non esiste più. Abbiamo anche denunciato la grave situazione della provincia foggiana, negli ultimi mesi vi sono stati ben nove omicidi, dove la cd “quarta mafia” oramai fa da padrona. Nel 2021, l’allora procuratore nazionale antimafia, De Raho, definì la situazione in capitanata “emergenza nazionale”. Tra il 2021 e il 2022 sono già andati e andranno in pensione circa 65 poliziotti. Dopo varie proteste sindacali la risposta del ministro è stata quella dell’invio nella provincia di 15 operatori di polizia. Ma tutto tace! Chi si trova ai massimi vertici delle istituzioni non commenta, non appare, si dilegua. Assistiamo, appunto, al “silenzio dei colpevoli”. Intanto i nostri colleghi vengono penalizzati nell’andare in ferie, impiegati in turni assurdi per gestire gli sbarchi degli immigrati, vengono disperse le loro professionalità, impegnati con continuità nella vigilanza agli hotspot, ai Centri di Prima Accoglienza degli immigrati ed ai Centri di Permanenza per il Rimpatrio. E ancora tutto tace, nel “silenzio dei colpevoli”. I primi giorni di settembre il sottosegretario al Ministero dell’Interno, on. Nicola Molteni, e l’on. Gianni Tonelli hanno promesso una ispezione presso l’hotspot di Taranto al fine di verificare le condizioni del centro. Attendiamo ed intanto la nostra protesta continua».
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