Il futuro che sembra un fiume carsico, con un ascensore sociale rotto da troppo tempo. Il reddito di cittadinanza era forse una misura necessaria, ma a parte le incongruenze, della formazione e della nuova immissione di forze fresche e innovative sul mercato del lavoro, non si vede neanche l’ombra.
In questo periodo ammorbante, in cui il domani, appare tristemente doversi adombrare dietro le spalle, mentre l’oggi si arrampica alla nebbia, il reddito di cittadinanza viene visto da molti come l’unica ancora di salvezza, di una speranza disseccata, al limite della sopravvivenza.
Ma era questo lo spirito con il quale Il provvedimento era stato concepito e pensato?
Piuttosto rischia di apparire come un’area di parcheggio per folle disilluse e arrabbiate.
Possibile che non riusciamo a copiare neanche minimamente quei Paesi europei, con i quali ci riempiamo la bocca che, siamo solo bravi a criticare aspramente?
Possibile che in Germania, una donna sessantenne, anche con un’istruzione medio-bassa, che abbia perso il lavoro, venga subito avviata ad una nuova formazione e quindi subito reinserita nel mondo del lavoro, mentre qui, a Ginosa e in Italia, una madre single, anche relativamente giovane, che si trova a dover andare a mangiare alla Caritas, per aver perso il lavoro nella bolgia pandemica, non sia nemmeno posta nelle condizioni di poter prendere un diploma, in vista di un nuovo impiego, perché le scuole pubbliche hanno serrato le porte?
Possibile che non siamo capaci di prendere esempio, neanche dalle buone prassi dei nostri vicini, quelle poche che ci è dato di vedere?
L’economia, a Ginosa, come altrove, è programmazione e visione, ma oggi non si vede a un palmo.
Fino a quando andremo avanti con i provvedimenti tampone?
Poi non ci lamentiamo se i giovani ci lasciano se ne vanno.
Perché dovrebbero rimanere? (mip)
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