Washington – Martedì l’America darà il suo verdetto. I sondaggi parlano di una possibile vittoria di Joe Biden su Donald Trump. Ma i sondaggi hanno sonoramente sbagliato altre volte, come nel 2016 quando assegnavano la volata a Hillary Clinton.
Donald Trump e rozzo, divisivo, tranchant e politicamente primitivo, ma identifica anche lo spirito del tempo, di quella America profonda che l’Europa non conosce non ha voluto mai guardare negli occhi, affascinata e ammorbata in un mito kenndiano sempre più appannato.
La sinistra liberal appare sempre più residuale e radicale. Alla borghesia industriale, che pure ha goduto dei successi economici, che Trump’ si è intestato, pur avendoli in parte ereditati dall’ultima gestione Obama e considera Trump il male minore, rispetto a una deriva economica il con i democratici sarebbe un’incognita.
Anche gli operai votano per The Donald, che pesca consensi anche tra la destra cristiana e sembra identificare lo spirito del tempo che l’Europa non vuole vedere.
Mentre la Scozia e il mondo piange Sean Connery, l’Inghilterra si prepara al lockdown totale, Angela Merkel ribadisce in Germania che non si ricandiderà, la Francia è chiusa in una cappa di piombo dopo l’attentato alla cattedrale di Nizza, l’Africa e l’Asia appaiono sempre più lontane con i loro drammi più o meno taciuti e nascosti, gli Stati Uniti si trovano ad un bivio cruciale. Hanno già votato per o con voto anticipato, più di 90 milioni di americani. Ma nei primi tempi della nuova amministrazione americana, almeno per noi italiani, non cambierà poi molto.
Michele Pacciana
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