Intervistato da Repubblica, l’ex assessore alla Sanità della Regione Puglia ha affermato che l’attitutidine a sottoporsi al test rapido, soprattutto da parte di chi lo fa al posto del vaccino e prima di vedere amici e parenti, non funziona assolutamente per controllare i focolai. Non solo infatti non dà garanzia per la validità, data l’alta percentuale di falsi negativi e la possibilità di contagiarsi un’ora dopo, ma dà una falsa sicurezza.
“Se non so di essere positivo o negativo mantengo premure e precauzioni quando magari vado a fare gli auguri alla nonna, se invece risulto negativo al test credo di non essere portatore ed è difficile che pensi di essere un falso negativo“, ha evidenziato.
A chi gli ha chiesto a cosa servono dunque questi tamponi rapidi, Lopalco ha risposto che “qualità bassa non vuol dire qualità zero” e che l’importante è che chi lo fa sappia cosa sta facendo. “Forse ancora peggio sono quelli acquistabili online, senza alcuna assicurazione di validità: lì siamo vicini allo zero e andrebbero evitati“. Anche perché vengono fatti direttamente dall’interessato o da un familiare che non l’ha mai effettuato e non si può essere sicuri che vada in profondità in modo corretto.
Di qui la sua conclusione: “Soltanto il tampone molecolare dà conferma diagnostica e va fatto anche per confermare l’eventuale positività di un antigenico“.
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