Dopo l’accorata e dolcemente rabbiosa testimonianza di Elisabetta Resta sulla Gazzetta del Mezzogiorno, accogliamo la risposta del Presidente dell’Associazione italiana persone Down Taranto Nino Leone
«Ho letto con molta attenzione e con sincera sofferenza quanta tristezza, rabbia ed anche un velo di rassegnazione sono emerse dalle parole di Elisabetta. Parole di denuncia ed anche di incapacità da chi pretende di essere quello che non è : incapace nel gestire e condividere una realtà, quale la realtà della disabilità che, lo si vuole o no, fa parte della nostra collettività, della nostro
essere, della nostra vita. Una denuncia che Elisabetta, che ho conosciuto diversi anni addietro, rivolge a TUTTI , a tutti coloro che sono “ esseri perfetti e normodotati “, e che, in quanto tale non
potranno mai capire la disabilità, nel suo profondo ed immergersi nel suo essere diverso ; ma rivolgeanche il Suo appello alla vita a TUTTE LE PERSONE CON DISABILITA’ che come Lei devono far sentire la propria voce, la propria sofferenza, la propria voglia di vivere; lo facciano in prima persona come Elisabetta, o con i propri genitori o con le associazioni di volontariato che , sopperendo spesso molte
“ assenze “ cercano di fare del loro meglio. Ma lo si faccia. Sempre.
L’essere beffeggiati, derisi, anche umiliati fa parte, ancora oggi di questa realtà : avviene
nelle case di accoglienza, nei centri di residenza, nelle scuole, nel posto di lavoro, nelle proprie
abitazioni per chi, come Elisabetta e tante altre Persone Disabili, è costretta a vivere da solo non
avendo più i loro familiari , ma con personaggi, il più delle volte, squallidi, incolti, incapaci e
prepotenti ; persone anche che abbiamo accolto nel nostro paese, per rispetto a loro stessi. E questo
è il grazie che si ha, soprattutto verso le persone più deboli, più bisognose ma che, a loro insaputa,
hanno un cuore, un’anima e tanta voce.
Ma le parole di Elisabetta, a modo mio, le giro alle Istituzioni, alle realtà Sanitarie, ai tanti
professionisti che potrebbero anche donare una piccola parte del loro prezioso tempo, molte volteusato solo come grande macchina economica, a tante persone che hanno bisogno di Loro; del resto, cari Tutti, che vita è se ogni tanto, non guardiamo anche l’Altro ?
Ed allora mi rivolgo al nostro Sindaco, Rinaldo Melucci ben disposto all’ascolto, suggerendogli
magari di creare un servizio di trasporto ben organizzato e predisposto per persone con disabilità, affinchè su loro richiesta possano girare per la città, essere portati al mare e respirare fuori dalle loro
mura casalinghe nei nostri meravigliosi giardini, accompagnati magari dai nostri cari Amici della
Protezione Civile o da persone che offrono la loro generosa partecipazione ed assistenza.
E mi rivolgo al Direttore Generale della nostra Azienda Sanitaria, Stefano Rossi, affinchè possa
prendere in considerazione la possibilità di affiancare, anche per solo alcune ore, anche solo per
alcuni giorni, la professionalità riconosciuta agli Psicologi della nostra ASL per incontrare nelle loro
abitazioni persone che non chiedono molto, ma magari solo parlare, incontrarsi con gli altri, passare
qualche ora insieme.
E mi rivolgo ai tanti professionisti medici, volontari di associazioni che possano, anche loro,
regalare un semplice ascolto a chi è costretto a vivere da solo e, purtroppo, bisognoso degli altri.
E mi rivolgo infine a queste agenzie che …..offrono competenza, considerazione e rispetto verso
l’altro, assistenza familiare ed affettuosa ; questi signori, ma non certamente tutti, almeno spero,
sanno molto bene che tutto ciò di cui offrono è nelle nuvole. Ed a loro dico : sperrate sempre di non
trovarvi nelle condizioni di essere voi assistiti. Ed a coloro che sono stati accolti nel nostro paese dico
che i vostri guadagni non sono il frutto della vostra riconoscenza verso chi vi ha ospitati.
Cara Elisabetta raccolgo la Tua voce e la faccio mia, nella speranza che mia figlia disabile e tanti
altri come lei non denuncino come Te le sofferenze che provi, ma che amino, come Te, la vita
affrontandola con “ dignità e passione “.
Ho speranza che le Tue parole ed il mio invito ad ascoltarle possa produrre tanta giusta
attenzione.
Ti abbraccio con tanto affetto.»
Nino Leone
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