Per i giovani degli anni ’90 era il centro di aggregazione delle calde notti d’agosto e della Movida estiva, i suoi cornetti caldi alle 3 del mattino, dopo magari una schitarrata in spiaggia, erano tra i migliori della costa ionica. Ora, quello che fu uno dei bar più accorsati del centro di Marina di Ginosa, è solo il triste simbolo di un turismo ancora una volta abortito, con le serrande abbassate e scrostate da anni, di un verde stinto e macerato, che strappa l’anima ogni volta che ci passi, perché ti riporta ad una vicenda emblematica, conosciuta solo a tratti, mai troppo approfondita, tra tribunali, burocrazia, disillusioni e spirito imprenditoriale che langue, al di là delle buone intenzioni e dei sogni fantasmagorici, quasi sempre millantati e quasi mai realmente attuati.
Oltre il torpore e la rassegnazione di una pandemia che non accenna a placarsi; e di noi che non sappiamo come farvi fronte, con un lavoro che non c’è, un orizzonte che non si vede, un mare di carte bollate, dove rischia di annegare l’ultimo briciolo di una speranza disseccata, forse è arrivato il momento di trovare il modo che quelle saracinesche si rialzino.
Si parla tanto di fondi europei, di prospettive del Non profit e del Terzo settore. Che sia questa la nuova frontiera di uno sviluppo possibile e sostenibile? Sarebbe bello partire da Marina di Ginosa, con il sogno del mare nel cuore, con l’ex Central bar che diventasse, magari un piano concerto, un caffè letterario, una sala per gruppi emergenti, in un territorio dove non c’è più quasi neanche una libreria e gli ultimi sparuti lettori comprano libri su Amazon, ma nessuno ti incontra più per commentarli, fosse anche soltanto sulle piattaforme digitali.
La speranza non è un sogno da realizzare, ma una casa da costruire, mattone su mattone, oltre le parole, per far lavorare chi ne ha bisogno, senza differenze, perché tutti siamo sulla stessa barca, arenata sulla sabbia senza più la forza, il coraggio e il motivo di prendere il mare.
Se invece ricominciassimo proprio dalle serrande abbassate del Central Bar di Marina di Ginosa? Facendo ognuno la propria parte e dando ciascuno un pezzo di futuro a chi ti passa accanto? Sarebbe bello, è difficile, non è impossibile. Se ci mettiamo insieme, forse, possiamo fartela. Pensiamoci! (mip)
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