La delibera di Giunta regionale sui sostegni alle donne in gravidanza si muove nell’ambito della Legge 194 che prevede accoglienza, ascolto, assistenza e analisi delle criticità delle
donne che intendono ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Quindi quel provvedimento non è ispirato da un principio di superamento della 194 ma è in continuità rispetto ad essa, in quanto interviene nella sua applicazione, commettendo l’errore di introdurre il sostegno economico.
Farà bene l’assessore Rosa Barone a proseguire il confronto con tutte le associazioni per valutare quali siano le forme più adeguate, da parte dei consultori, al supporto delle donne che intendono ricorrere all’IVG.
La destra sta dando natura ideologica a questo dibattito, arrivando a teorizzare, per bocca di autorevoli esponenti del Governo italiano, le castronerie sulla cosiddetta “sostituzione etnica”.
I dati ci dicono che la tendenza alla denatalità e il conseguente “inverno demografico” che stiamo affrontando non sono direttamente riconducibili alla povertà economica. È risaputo statisticamente che la natalità è più alta nei ceti sociali meno abbienti, dove si annida maggiore povertà culturale, minor ricorso o conoscenza delle misure di contraccezione, minor dedizione delle donne allo studio e al lavoro.
Gli stessi dati ci dicono che la denatalità colpisce le fasce sociali medio-alte, quelli che hanno meno problemi economici, ma che hanno più problemi di conciliazione tra il crescere bambini e vivere e lavorare. Le
aree dove meglio sono organizzati i modelli educativi dell’infanzia e dell’adolescenza, come l’Emilia Romagna, vedono una crescita della natalità e della popolazione. Il problema della natalità ha quindi una diretta correlazione con la necessità di avere l’orario prolungato nelle scuole, a partire dalla materna, ad un modello di società e di welfare legato alle esigenze della coppia e alla formazione-educazione dei figli.
Ecco perché è un errore far ruotare questa grande questione attorno ai problemi economici.
Oggi in aula il centrodestra ha tentato di portare alle estreme conseguenze l’errore commesso nella delibera di Giunta regionale sospesa, chiedendo un contributo economico per ogni nato.
Spero invece che il Governo regionale incentivi un modello di welfare, di scuola, e di conciliazione vita-lavoro in grado di incentivare la natalità e la speranza nel futuro”.
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