TARANTO – Il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli ha convocato i segretari generali dei sindacati dei metalmeccanici domani a mezzogiorno. L’incontro, al quale parteciperanno anche rappresentanti del ministero del lavoro e del ministero dell’Economia, è programmato in vista dell’accordo tra Stato, Invitalia e Arcelor Mittal sulla gestione degli impianti siderurgici dell’ex Ilva. All’incontro sono invitati i segretario della Fiom, Uilm, Fim, Uglm e Usb.
SINDACO: «MI SENTO PRESO IN GIRO» – «Finché sento parlare, tutto nella stessa equazione, di rifacimento di altiforni, di piena occupazione dentro allo stabilimento siderurgico, di piani sconosciuti del Governo e persino di sostenibilità ambientale col carbone, mi sento soltanto preso in giro, e con me sicuramente la maggioranza dei tarantini». Così il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, alla vigilia dell’accordo tra governo e ArcelorMittal per la nuova compagine societaria.
«Una equazione credibile e trasparente – sostiene il primo cittadino – dovrebbe contenere esclusivamente la valutazione del danno sanitario, la completa decarbonizzazione ovvero la chiusura dell’area a caldo, la riqualificazione o l’accompagnamento degli esuberi, le bonifiche, persino l’arretramento fisico dello stabilimento siderurgico dalla città e dal porto, un accordo di programma quindi». Secondo Melucci il governo «è chiamato a lasciare da parte i tanti proclami confusi e timorosi e ad abbracciare uno degli scenari più innovativi proposti dall’advisor Boston Consulting, che richiede almeno 5 miliardi di investimenti in tecnologie autenticamente verdi e la ricollocazione o l’accompagnamento di almeno 5.000 esuberi». Cosa «vogliamo fare – si chiede il sindaco – del Recovery Plan o del Piano Sud altrimenti in questo Paese? Tutto il resto è irricevibile per Taranto e ci costringerà ad una resistenza strenua, in ogni sede istituzionale e non. So per certo che questa sia la posizione anche della Provincia di Taranto e della Regione Puglia».
Nei prossimi giorni, annuncia Melucci, «coinvolgeremo i lavoratori (i tarantini, visto che i genovesi hanno già parlato e stanno come sempre vincendo la loro piccola partita, che equivale a costringerci a tenere in piedi l’area a caldo), i semplici cittadini, il mondo delle imprese, le associazioni, tutti i rappresentanti politici ed istituzionali del territorio, tutti quelli che sono sempre giustamente rigorosi nell’analizzare le azioni dell’Amministrazione comunale».
È solo «il sindaco – chiede – che la pensa così ormai? Davvero vogliamo mancare anche questo appuntamento con la storia? E il mio partito, dopo aver licenziato un documento strategico assai coraggioso e concreto sulla riconversione di Taranto, ha preso nota del grido di allarme lanciato dal livello provinciale e regionale? E l’altra forza di Governo, che addirittura voleva la chiusura dell’intero stabilimento tarantino, come tollera oggi certe dichiarazioni e posizioni dei ministri interessati al dossier ex Ilva?». “Abbiamo ancora poche ore, poi – conclude il primo cittadino – sapremo davvero quale futuro ha in mente il Governo per Taranto ed esso, e solo esso, si assumerà le proprie responsabilità davanti ai nostri figli e agli elettori. Possiamo ancora evitare l’ennesima strage di Stato e salvare la credibilità del sistema Italia davanti all’UE, ma bisogna osare adesso. Resistere , resistere, resistere», conclude Melucci.(La Gazzetta del Mezzogiorno)
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