Sono stati alcuni pescatori della zona a segnalare all’ Associazione ambientalista lucana “Cova Contro”, la presenza di carcasse di carpe e schiuma nei pressi della foce del fiume Bradano, uno dei principali corsi d’acqua lucani che sfocia nel Golfo di Taranto e che segna il confine naturale tra Puglia e Basilicata. La segnalazione è giunta nel primo pomeriggio di ieri e si presume, stando allo stato di decomposizione, che la moria degli esemplari risalga a circa 2 settimane fa. “Cova Contro” nella persona del suo portavoce, Giorgio Santoriello, ha tempestivamente allertato le autorità, Carabinieri Forestali e Sindaco di Bernalda chiedendo un riscontro immediato attraverso esami di natura chimica e tossicologica.
”Non è la prima volta che si verificano episodi simili – ha raccontato Santoriello alla nostra redazione – “Tempo fa furono posti i sigilli ad una azienda del territorio sorpresa a sversare liquami organici nel fiume”. Da tempo l’associazione ambientalista denuncia le gravi carenze in tema di controlli da parte degli organismi preposti e la mancanza di un coordinamento da parte di Arpab, l’ Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata.
La stessa associazione ha avviato una raccolta fondi per provvedere autonomamente ad eseguire analisi delle acque, anche se, come ha precisato Santoriello, le stesse andrebbero eseguite nell’immediatezza dei fatti. (https://covacontro.org/aiutaci/)
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