Il solo Metapontino rappresenta il 50% della produzione agricola lucana: 28mila ettari coltivati per la gran parte a ortofrutta, 225 milioni di euro di prodotto venduto, circa 5000 imprese e 8000 addetti la metà dei quali stranieri. In Basilicata l’agricoltura è un’industria ma la sua manodopera è nascosta nel sottosuolo dell’illegalità.
Nel tentativo di contrastare lo sfruttamento dei braccianti (stranieri almeno per metà) viene finanziato l’ennesimo progetto. Si chiama «Su.pr.Eme. Italia – Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate: Puglia, Calabria, Sicilia, Campania e Basilicata». Il progetto, dopo gli incontri di Foggia, Rutigliano, Nardò e Castel Volturno, fa tappa domani a Bermalda (Masseria Cardillo ore 15). Attraverso il format di ascolto «Agorà della condivisione», istituzioni, organi di controllo, sindacati, organizzazioni datoriali, imprenditori agricoli, mediatori culturali e rappresentanti di associazioni di migranti si confronteranno sullo stato dell’arte del contrasto al fenomeno del caporalato.
Già oggi, invece, la Regione Basilicata – sempre nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme – insedia il Tavolo regionale anticaporalato un modo per fare «un passo in avanti nel contrasto dello sfruttamento lavorativo», come rimarca il governatore lucano Vito Bardi.
La Cgil, viceversa, chiede aiuto al prefetto di Potenza, Michele Campanaro, per prevenire inevitabili forme di illegalità nell’accoglienza dei braccianti stagionali. «Dopo un primo incontro avvenuto mesi fa – spiegano Angelo Summa e Vincenzo Esposito, rispettivamente segretari generali Cgil Basilicata e Flai Cgil Basilicata – ancora non è dato sapere come e quando verrà garantita l’accoglienza dei migranti stagionali per la raccolta del pomodoro nelle campagne dell’Alto Bradano e del Metapontino. Siamo a maggio inoltrato e non ci risulta nessuno stato di avanzamento dell’iter necessario all’accoglienza di questi lavoratori». Lavoratori come sempre sfruttati come conferma l’ultimo report di ActionAid.
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