Azione predilige un approccio fondato sulla competenza in ogni campo del sapere.
Facciamo tesoro, anche politicamente, di tanta scienza e soprattutto di tanto metodo, facendone discendere
una distinzione:
- Il problema dell’ottimizzazione di un impianto di termovalorizzazione disponibile di ultima generazione,
- il problema per la salute, che, per la sua determinazione, va al di là della presenza del termovalorizzatore,
in quanto legato a tanti altri fattori (condizioni personali; luoghi di lavoro e salubrità delle abitazioni; inquinamento da traffico urbano; etc).
Quello della salute, alle conoscenze attuali, potrebbe porsi come un falso problema se collegato alla presenza di un impianto di termovalorizzazione.
In riferimento alle competenze insegnate nelle Università italiane e condivise con la comunità scientifica internazionale, confermiamo che diverse università, nei loro studi, non hanno evidenziato nessi certi e significativi di causa – effetto tra termovalorizzazione e stato di salute.
La termovalorizzazione è una tecnologia permessa in tutta la UE; è da considerarsi sempre “perfettibile”, come tutte le tecnologie, ma al momento è la migliore tecnologia disponibile e accessibile sul mercato da parte delle aziende ed è considerata uno strumento necessario per progredire verso un’economia circolare
e più sostenibile, consentendo di evitare il conferimento in discarica o, peggio, la dispersione nell’ambiente dei rifiuti.
L’attuale legislazione (DM Ambiente n. 22 del 1/02/2013) consente l’utlizzo di CSS (Combustibile Solido Secondario), a centrali termoelettriche di potenza superiore a 50 Megawatt. Azione Ginosa e Marina di Ginosa ravvisa una “sproporzione”, in queso limite, considerando che l’esigenza di chiudere il ciclo dei rifiuti, spesso è sotto detta soglia. Più che mai è necessaria un’azione di buon governo, che sembra mancata in
questi anni, di legare gli impianti di termovalorizzazione alla specifica necessità aziendale di chiudere il ciclo di recupero dei rifiuti, costruendo impianti dimensionati alla sola produzione – esigenza aziendale, conseguendo così l’obiettivo di evitare la costruzione di impianti “sovradimensionati” rispetto alle reali esigenze, responsabilizzando la comunità dei produttori e, soprattutto, delle popolazioni residenti verso il tessuto produttivo locale.
Azione Ginosa e Marina di Ginosa chiede allora che si cambi opportunamente la norma riguardo il dimensionamento degli impianti di termovalorizzazione, nei tempi più rapidi nel rispetto delle procedure, per non sfavorire nessun investimento sul territorio locale e la creazione e il mantenimento dei posti di lavoro ad esso collegato.
Infine, contestiamo l’idea che problematiche di questa natura, così complessi e impattanti per la vita delle Comunità, possano essere ridotti e ricondotti ad un “No” preconcetto - Massimo de Luca
Segretario cittadino
Azione Ginosa e Marina di Ginosa
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