Minorenne ricattata con le foto hot della chat: imputato un 40enne. È accusato di corruzione e di tentata estorsione
Avrebbe spinto una ragazzina di soli 12 anni a inviargli immagini hot in chat. E poi ne avrebbe preteso altre ancora più spinte, minacciando la vittima di pubblicare le foto già in suo possesso in caso di rifiuto. Un quadro accusatorio sconcertante per il quale ora un quarantenne tarantino rischia quattro anni e mezzo di reclusione. Questa, infatti, è la condanna richiesta la scorsa settimana dal pubblico ministero Antonella Barbera al giudice del Tribunale di Torino per l’uomo finito sotto processo per quei contatti on line con la minorenne, residente in una cittadina piemontese.
I due, infatti, si sarebbero agganciati sui social. L’uomo dalla sua casa di Taranto e la ragazzina dalla sua cameretta nel cuore del Piemonte. A fare da ponte per un’amicizia a dir poco improbabile nella vita di tutti i giorni, proprio la realtà virtuale del mondo social che in vicende come queste mostra il suo lato più pericoloso. Dopo i primi scambi di battute, la ragazzina e quell’uomo sono diventati sin troppo complici. La dodicenne ha accettato di fornire il suo numero di cellulare e i dialoghi sarebbero finiti in chat per poi sfociare in videochiamate. Ed è proprio in questo passaggio che la vicenda ha assunto toni sconcertanti. In quelle videochiamate, infatti, l’uomo si sarebbe abbandonato ad atteggiamenti sin troppo espliciti e avrebbe chiesto e ottenuto dalla giovanissima alcune immagini.
La ragazzina avrebbe inviato delle foto non da censura ma comunque un po’ troppo compromettenti. E l’uomo a quel punto l’avrebbe invitata ad andare oltre. La sua insistenza alla fine ha frantumato la complicità iniziale e la dodicenne si è resa conto che il “gioco” per lei si stava trasformando in una vera e propria trappola. Il tarantino avrebbe continuato a chiedere altre foto e avrebbe minacciato di pubblicare sui social quelle che già aveva.
Un “ricatto” che la giovanissima ha trovato la forza di respingere. Si è rivolta ai suoi genitori e ha raccontato tutto. Quelle rivelazioni fatte tra le lacrime a mamma e papà si sono presto tramutate nel contenuto di una denuncia, corredata dai contenuti di alcune delle chat, risalenti a tre anni fa, tra la vittima e quell’uomo adulto.
La denuncia ha percorso i mille chilometri che dividono il Piemonte da Taranto e il quarantenne incensurato è finito nei guai. Per lui sono scattate le contestazioni di corruzione di minorenne e tentata estorsione. Accuse per le quali è sotto processo a Torino. Nei giorni scorsi, il pm Antonella Barbera ha chiesto per lui la condanna a quattro anni e mezzo di reclusione. Nella prossima udienza, in programma sempre a Torino a fine novembre, parola al difensore del tarantino, l’avvocato Antonio Mancaniello. Poi spazio alla camera di consiglio e al verdetto del giudice Federica Florio.
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