Nei giorni scorsi, il circolo del Partito Democratico ginosino ha aperto le sue porte per parlare del Referendum che si svolgerà domenica 12 giugno. Durante l’incontro hanno partecipato membri della lista Due Torri e rappresentanti istituzionali e non del movimento Con.
L’iniziativa, sollecitata dagli iscritti per approfondire la conoscenza dei quesiti referendari è stata occasione per scoprire meglio lo strumento referendario che in Italia è abrogativo e, cioè, permette solo di cancellare parti o la totalità di norme e leggi senza nulla poter modificare o aggiungere. Durante l’incontro è stato raccontato il percorso che ha portato a questi quesiti, cercando di rappresentare le ragioni del comitato promotore e quelle del No.
Partendo dai proponenti ( 9 consigli regionali, per giunta di centrodestra – possibilità prevista dalla Costituzione – e non dalla sottoscrizione di 500 mila cittadini) e studiando punto punto i quesiti sulla giustizia, l’orientamento della gran parte dei partecipanti dem è stato per l’astensione e, a tratti, per il No. Infatti, tre dei quesiti sottoposti a referendum sono già contenuti nella nota riforma Cartabia. La riflessione parte dalla materia in oggetto: tanto importante per il futuro dello Stato da aver ricevuto dalla Commissione europea “l’invito” a ridurre di un terzo i tempi dei procedimenti giudiziari come condizione per accedere ai fondi PNRR, quanto tecnica e poco popolare.
L’incontro si è concluso con l’invito a recarsi alle urne ma di farlo secondo le proprie sensibilità fermo restando che è condivisa l’urgenza di intervenire sulla Giustizia e che, anche nel caso non dovesse essere raggiunto il quorum necessario, resta il Parlamento la sede più appropriata per riformare il settore.
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