Potrebbero essere stati rivenduti per poco più di mille euro l’oro e gli oggetti sacri rubati a San Nicola. E’ quanto ritengono gli inquirenti della Procura di Bari e gli investigatori della Questura che stanno svolgendo le indagini sul furto avvenuto all’alba di martedì 22 marzo nella Basilica. Per il furto con scasso è in carcere dalle scorse ore, in stato di fermo, Farid Hanzouti, 48enne di nazionalità tunisina. L’uomo è stato interrogato per ore dai poliziotti ma non ha voluto fornire indicazioni utili al ritrovamento della refurtiva: oltre agli
spiccioli delle offerte, sono stati rubati un anello in oro, l’evangeliario con le tre sfere d’argento e un medaglione contenente una fiala della sacra manna, strappati dalle mani della statua del santo.
Alla identificazione del 48enne come autore del furto sacrilego, i poliziotti sono arrivati grazie alle immagini delle telecamere della Basilica che lo hanno immortalato, e alla comparazione con le impronte digitali trovate in chiesa.
Quando gli agenti hanno rintracciato il presunto ladro, nascosto in un casolare nel quartiere Japigia, hanno trovato 83 banconote da 20 e 50 euro per complessivi 1.750 euro. Secondo gli inquirenti “la somma di denaro sequestrata non può che essere riferita alla vendita delle reliquie del Santo”. Nel casolare sono stati sequestrati anche altre oggetti, tra i quali un anello in metallo con scritte cirilliche, probabilmente rubato nello stesso furto, perché “tradizione vuole – si legge nel provvedimento di fermo – che i devoti del Santo Patrono, soprattutto di nazionalità russa, oltre alle offerte lancino nella cripta dei piccoli anelli. In effetti, la cripta è stata forzata e da lì sono stati portati via tanto il denaro lanciato sul pavimento quanto probabilmente gli anelli presenti”.
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