“Dispiace che l’assessore Palese abbia vanificato il lavoro della sottocommissione sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi. Qualche settimana fa avevamo infatti inviato una lettera all’ufficio accreditamenti della Regione Puglia per chiedere di sospendere il cronoprogramma con cui si dispone l’adeguamento al modello B1 entro il 31 luglio. Dagli uffici ci è stato risposto che si attendeva l’autorizzazione da parte dell’assessore per quello che riguardava la sospensione, risposta che non è mai arrivata in maniera ufficiale. In modo informale abbiamo saputo che l’assessore riteneva che la richiesta non fosse adeguata. Una mancanza di rispetto che ritengo grave, dal momento che la sospensione era volta ad aspettare risposta dal Ministero sui quesiti sull’interpretazione autentica delle norme nazionali per quello che riguarda la soglia minima di prestazioni da raggiungere, e per capire se lo stesso numero si riferisca alla produzione delle singole strutture o all’aggregazione di più laboratori. Il rischio è che si arrivi per inerzia alla scadenza del 31 luglio, con la conseguente chiusura di decine di laboratori analisi sui territori. A questo punto dobbiamo prendere atto che il lavoro della sottocommissione, che lo ricordiamo è formata da tutte le forze politiche presenti in Consiglio, per l’assessore è stato inutile, e regolarci di conseguenza, sospendendo le attività e pensando a nuove iniziative da intraprendere per poter salvaguardare i laboratori che, lo ricordiamo, sono veri e propri punti di riferimento per i territori Il timore è che le multinazionali possano approfittare della situazione facendo razzia dei piccoli laboratori”. Così il capogruppo del M5S Marco Galante in apertura dei lavori della Commissione Sanità.
“Servono ulteriori ulteriori approfondimenti sulla delibera regionale 736/2017 – continua Galante – con cui la Regione ha fornito i criteri per la riorganizzazione delle reti di laboratori. Il Ministero infatti ha previsto che vengano mantenute le 200.000 prestazioni annuali, ma non obbliga ad abbandonare il modello A per passare al modello B, costituito da un solo HUB e da semplici punti prelievo, come invece auspicato dalla Regione Puglia. Allo stato attuale il rischio è che moltissime delle strutture accreditate esistenti da tempo sul territorio dovranno trasformarsi in Punti di Accesso e quindi dismettere strumentazioni e risorse tecnologiche precedentemente acquistate. L’assessore deve una risposta a loro. Da parte nostra faremo il possibile per salvaguardare sia la qualità delle prestazioni che la tutela dei livelli occupazionali”.
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