“Ovviamente auspico che con l’inizio della stagione dei saldi, si possa parlare di ripresa, ma purtroppo non è quello che mi aspetto”. Angelo Pignatelli, CasaImpresa Taranto settore abbigliamento, prima passa in rassegna i mesi passati e poi fa una previsione non rosea dei prossimi tempi.
“E’ stato il Natale più brutto, forse anche più pesante dello scorso anno, quando nonostante le chiusure, la gente aveva desiderio, e bisogno di uscire, di tornare a vivere. Andando a ritroso, abbiamo vissuto un momento discreto a settembre, grazie al recupero delle cerimonie, rimandate in primavera; ottobre e novembre si sono mantenuti sulla sufficienza, poi una leggerissima crescita a fine novembre col black friday. A seguire, dall’1 al 10 dicembre, fermo totale. Nei giorni precedenti al Natale un leggero movimento, nulla che però somigli neanche lontanamente alla “corsa al regalo”. Spesi importi molto più bassi, più che altro è stata una ricerca di pensierini.
Nei giorni appena trascorsi, la libertà e la preoccupazione per la pandemia che manca ha portato molti ad annullare le prenotazioni nei locali: questo, insieme alla ridotta capacità d’acquisto ha causato un brusco calo della vendita degli abiti. Determinante il peso psicologico di tutto quello che viviamo ormai da tempo, i clienti hanno timore di spendere, e forse non ne hanno neanche voglia.
Ogni anno, noi commercianti parliamo dei saldi come dell’occasione da cogliere al volo, ma io continuo a non credere che questa stagione possa fare la differenza: da circa cinque anni i saldi hanno definitivamente perso le loro potenzialità, sviliti e sminuiti dal commercio online che, in qualunque momento, senza controllo, propone magari lo stesso capo che abbiamo in negozio ad un prezzo più basso. Va detto che il nostro settore è l’unico ancora pilotato. Io sono per la liberalizzazione e per l’eliminazione della stagione dei saldi. Se un commerciante ritiene di aver fatto acquisti eccessivi, e pensa di doverli smaltire, deve essere libero di farlo, anche per difendersi in un mondo ormai globalizzato. Sono ormai ripartite inoltre le televendite, non più su canali televisivi, ma sui social con costi decisamente accessibili.
Mi auguro vivamente di sbagliare – conclude Pignatelli – e che i fatti smentiscano totalmente le mie previsioni”.
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