Continua La Battaglia per evitare L’ubicazione del deposito di scorie nucleari in Puglia, nelle adiacenze del Parco Naturale delle Gravine compreso tra i territori di Ginosa Laterza Castellaneta. Gli ambientalisti si rivolgono direttamente al Presidente della Regione chiedendo un incontro urgente.
«La pubblicazione della CNAPI per la realizzazione del Deposito Unico Nazionale delle scorie nucleari – rilevano le associazioni ambientaliste ha riproposto con forza l’importanza delle Aree Protette anche al fine di evitare al nostro territorio ulteriori gravi impatti ambientali, che ne pregiudicherebbero irrimediabilmente le possibilità di uno sviluppo sostenibile. Alcuni dei siti individuati sono, infatti, solo a pochi chilometri dal perimetro del parco, in aree comunque di grande importanza per garantire indispensabili corridoi ecologici. Costituisce anche l’occasione per riesaminare le gravi responsabilità di chi, in passato, ha voluto ridimensionare le aree da includere nel Parco, che hanno portato anche nei comuni di Laterza e Ginosa alla esclusione di aree di grande importanza e che sarebbe indispensabile includere nell’area Parco. Nel contempo, diventa indispensabile ed essenziale assicurare con ogni urgenza al Parco della Terra delle Gravine, finalmente dopo 15 anni, una gestione efficiente ed efficace, come previsto dalla stessa Legge istitutiva.
Il Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine” è il Parco Regionale più esteso della Puglia (circa 25.000 ettari) caratterizzato dalla presenza di gravine ed aree dall’inestimabile valore paesaggistico, ambientale, naturalistico, storico, archeologico e culturale che vanta una quantità di ricchezze naturalistiche e fenomeni carsici senza pari in Europa e senza dimenticare l’enorme valore delle testimonianze della Civiltà Rupestre. Si tratta di un’area con uno straordinario patrimonio di biodiversità,
in particolar modo di specie di uccelli molto rare, che hanno scelto le pareti impervie ed inaccessibili delle Gravine per nidificare, o di specie di mammiferi di interesse conservazionistico, oltre alla importante e numerosa varietà di microfauna.
Nel Parco nidificano molti rapaci stanziali o che ogni anno si spostano dall’Africa, tra cui ricordiamo soltanto il Capovaccaio e la rarissima Cicogna nera a rischio di estinzione. Tutte specie inserite nella Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE, recepita dalla L.157/1992. Proprio in base alle Direttive “Uccelli” e Habitat” e all’elevato valore naturalistico le gravine sono state definite come SIC-ZPS “Area delle Gravine”.
Non meno importanti le numerose specie di microfauna presenti nell’area delle gravine, molte delle qualimeritevoli d’assoluta tutela, in quanto minacciata e in progressiva diminuzione per fattori d’origine antropica, tra cui alcuni importanti endemismi.
Ma il Parco è anche una grande risorsa per le Comunità che ricadono al suo interno, trattandosi di un grande attrattore turistico e quello del “turismo di Natura” è uno dei settori in maggiore espansione.
Nonostante decenni di battaglie per dare alla Terra delle Gravine uno strumento legislativo e la formale istituzione del Parco con la L.R. n° 18 del 2005, il Parco è di fatto rimasto sulla carta per innegabili
COORDINAMENTO PROVINCIALE
PER IL PARCO DELLE GRAVINE
Associazioni ambientaliste e
semplici cittadini che si battono
per la tutela di questo
inestimabile patrimonio
La responsabilità della Provincia di Taranto (Ente di gestione nella fase di transizione) che, non solo non ha proceduto agli adempimenti per l’istituzione degli Organi di gestione definitivi e l’adozione del Piano pluriennale economico sociale del Parco, ma non è stata neanche capace di spendere i soldi assegnati dalla Regione e nemmeno procedere alla tabellazione! Ma in questi 15 lunghi anni di voluto immobilismo, non si sono mai fermate le azioni demolitrici degli da sempre – oppositori del Parco, con sponde politiche trasversali in Regione e che hanno già portato a varie modifiche alla Legge, tutte volte a tutelare gli interessi dei cacciatori. Il colpo finale si è tentato di assestare con l’approvazione (trasversale!) della L.R. n° 52 del 1° dicembre 2017 che – tra l’altro -stabilisce che “.. La perimetrazione del Parco deve essere rivista utilizzando confini certi, quali strade e muri a secco, al fine di tabellarla obbligatoriamente e opportunamente. Il confine va riperimetrato obbligatoriamente, sia per la zona 1 che per la zona 2, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, sentiti i sindaci dei comuni interessati dal parco”.
Non può sfuggire come il reale obbiettivo fosse quello di ridurre al nulla il Parco, attestandolo solo sulla zona 1 (che già segna in buona parte il confine esterno) su beni come boschi e solchi gravinali, già ampiamente tutelati da plurime norme.
La necessità, poi, di tabellare il Parco, che, peraltro, chiediamo da anni, non può in alcun modoessere il pretesto per riperimetrarlo in modo riduttivo! Anzi, vi sarebbe l’esigenza, come sopra richiamato, di inserire nuove aree di pregio inizialmente escluse ed arricchire la zona 2 che, per definizione, ospita le attività antropiche tradizionali, con l’obiettivo di valorizzarle. Ma la tabellazione “fisica”, oggi appare del tutto obsoleta e superata, alla luce dei moderni, più affidabili e precisi mezzi informatici. Basterebbe rendere obbligatorio l’uso di una specifica Applicazione (già oggi in uso e facilmente scaricabile su un comune smartphon di cui tutti, ormai, sono dotati) in grado, non solo di indicare precisamente i confini su strade e sentieri, ma in QUALUNQUE punto del Parco!
D’altra parte, già con la L.R. 21 aprile 2011 n. 6 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 20
dicembre 2005, n. 18 veniva statuito che “… entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, la Giunta regionale approva un elaborato grafico, redatto sull’ortofoto digitale Sit Regione Puglia 2006, con la rappresentazione del nuovo perimetro e della nuova zonizzazione.”
Bisogna inoltre considerare il fatto che, riperimetrare il Parco delle Gravine proteggendo esclusivamente i solchi gravinali, così come il mondo venatorio vorrebbe, è dannoso per la conservazione della fauna, che
di certo non resta immobile all’interno delle gravine ma che si sposta nel territorio che le circonda per alimentarsi e portare a termine il proprio ciclo vitale.
Taranto e la sua provincia vivono una crisi senza precedenti, con un’economia che è stata ancorata a lungo all’industria pesante, di cui subisce le ferite su salute e ambiente. Si dovrebbe ripensare il presente e il futuro di questo territorio, partendo da ciò che per millenni ne sono stati i punti di forza.
Il Parco non è uno strumento di conservazione assoluta del territorio, ma un mezzo per tutelarlo come luogo abitato dall’uomo e caratterizzato dalle attività compatibili con la sua vocazione. Per praticare economie alternative, occorre dare centralità alla Cultura in tutte le sue declinazioni: l’arte,
l’architettura, la storia, l’archeologia, la natura, il paesaggio, la ruralità, l’agricoltura, l’artigianato, la
tradizione culinaria ed enogastronomica. Taranto e la Terra delle Gravine eccelle in tutti questi aspetti.
Ma la L.R. 52/2017 introduce anche un’altra novità: la gestione del Parco è affidata a un consorzio
costituito dagli enti locali interessati. Consorzio che si sarebbe dovuto costituire entro 60 giorni
dall’approvazione della legge: di mesi ne sono passati 38, ma i Comuni, dopo aver spinto per questa soluzione, (forse perché hanno capito che devono metterci le risorse finanziarie) sono ancora oggi fermi al palo!
Per le ragioni sinteticamente innanzi esposte chiediamo che la Regione Puglia prenda atto del fallimento dell’ipotesi che sia il Consorzio dei Comuni, con le sole risorse attualmente previste, a provvedere in autonomia alla gestione del Parco che versa nell’immobilismo dall’anno della sua costituzione;che la Regione Puglia provveda alla nomina immediata di un Commissario che sostituisca il Consorzio ricorrendo i presupposti dell’Art. 5 comma 5 della LR n. 18/2005 così come modificata dalla L.R. 52/2017, art.2, comma 1 e che si sostituisca alla Provincia di Taranto (tuttora Ente di Gestione transitorio), ricorrendo i presupposti dell’art. 16 della L.R. 18/2005 che la Regione Puglia provveda con urgenza a rendere obbligatoria l’adozione dei sistemi informatici per il puntuale rilevamento dei confini del Parco da parte di chi pratica attività venatoria ed altre attività vietate nel Parco e nelle fasce di rispetto.
Che la Regione adotti il Regolamento delle Aree Contigue.
CON L’OCCASIONE, SI CHIEDE ALLE SS.LL. UN URGENTE INCONTRO»
In attesa di riscontro, distinti saluti
Li 18.02.2021 p. Il Coordinamento Provinciale
per il Parco delle Gravine
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