È il primo dei due giorni di manifestazioni a Roma. Nella capitale, da Taranto, ambientalisti e singoli cittadini, studiosi e chi ha perso familiari, portano l’istanza di chi vuole dire basta con l’area a caldo dello stabilimento siderurgico tarantino.
“I manifestanti a Roma affluiranno nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e attenderanno pacificamente la sentenza del Consiglio di Stato che si esprimerà sullo spegnimento dell’area a caldo dell’Ilva, come stabilito dalla sentenza del Tar di Lecce in ragione della pericolosità delle emissioni incontrollate dell’area a caldo dell’Ilva, riscontrate in particolare nel 2019” si legge in un comunicato di Peacelink che costituisce il comitato cittadino per la salute e l’ambiente assieme a comitato Quartiere Tamburi, Donne e Futuro per Taranto Libera, Genitori Tarantini, LiberiAmo Taranto e Lovely Taranto.
Intanto il sindacato Usb in una nota critica Arcelor Mittal e l’appena costituita Acciaierie d’Italia perché di fatto, la quota di 400 milioni di euro (denaro pubblico) per l*ingresso nella nuova società è ridotta ad una minima parte. Spese compiute senza avere operato, secondo il rilievo del sindacato, interventi di reale miglioramento della situazione.
(foto: tratta da Peacelink)
(La Gazzetta del Mezzogiorno)
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