Mentre la scuola si riapre in provincia di Bolzano, il 14 settembre sarà il turno della provincia Jonica. La riapertura presenta molte incognite soprattutto per le persone con disabilità. L’Associazione persone Down, sezione di Taranto, scende in campo con una serie di proposte concrete, indirizzando ad autorità e dirigenti un vademecum ragionato su cosa fare ‘La ripresa delle attività didattiche in presenza – esordisce il presidente di Apid Taranto, Nino Leone – comporta molti interrogativi sulle misure concrete da attuare. Anche le linee guida del MIUR di fatto demandano alle singole scuole le soluzioni concrete da adottare, delineando solamente generiche misure: come il distanziamento di sicurezza tra alunni, l’utilizzo di idonei dispositivi di protezione personale e, per quanto concerne gli alunni con disabilità, garantire quanto più possibile la presenza a scuola o, in casi molto specifici, l’attuazione della didattica domiciliare come previsto dall’art. 16 del D.Lgs. n° 66/2017 .
Sulle modalità concrete le linee guida ministeriali propongono però solo diverse soluzioni, lasciando libertà alle singole scuole di individuare ed applicare quelle più adatte e realizzabili nella propria situazione specifica, in stretta collaborazione con gli enti locali. In particolare si sottolinea molto la necessità di reperire spazi aggiuntivi a quelli scolastici che, essendo più ampi, possano permettere lo svolgimento delle lezione a classi intere, garantendo la distanza interpersonale ma senza la necessità di fare doppi turni (considerati come soluzione residuale, poiché necessitano di maggior personale scolastico per poter essere realizzati).
Diventa quindi non facile per l’AIPD Taranto proporre soluzioni concrete che anche lo Stato ed i lMIUR hanno faticato a proporre come oggettivamente validi per tutte le situazioni e in mancanza di adeguati fondi straordinari per la loro concreta applicazione”.
Ciò premesso, l’AIPD di Taranto, in spirito di collaborazione che sempre ha avuto con l’ Amministrazione, evidenzia in ogni caso degli aspetti che ritiene essenziali:
- Il comune potrebbe farsi promotore di Accordi di programma territoriali tra tutte le realtà interessate (amministrazione scolastica, enti locali, enti privati, associazioni…) per poter progettare insieme la ripresa della scuola a Settembre, con una chiara suddivisione dei compiti di ciascuno, come ampiamente enunciato nelle linee guida ministeriali .
- Per reperire spazi più ampi dove accogliere intere classi, garantendo la necessaria distanza interpersonale, il comune dovrebbe, in stretta sinergia con gli uffici territoriali dell’Amministrazione Scolastica, mettere a disposizione delle scuole proprie strutture o locali (palestre, palazzetti dello sport, sale conferenze, ecc.) che possano assolvere questo compito.
- Il comune potrebbe forse pretendere anche l’utilizzo di spazi privati (come cinema, teatri, sale parrocchiali,…) nei quali accogliere le classi, ma senza almeno un rimborso spese per queste strutture sarà difficile obbligarle a far accedere gli alunni.
- Il Comune dovrebbe comunque garantire anche il trasferimento degli arredi scolastici dalle scuole in questi nuovi spazi eventualmente reperiti.
- Il Comune potrebbe aprire proprie strutture culturali (musei, aree archeologiche, biblioteche, ecc.) alle classi che possono così svolgere attività didattica al di fuori dei locali scolastici, come anche indicato nelle linee guida ministeriali.
- Il comune dovrebbe anche garantire per il proprio personale scolastico di nidi e scuole dell’infanzia, nomine in tempi congrui per l’inizio dell’anno scolastico e anche la continuità dello stesso personale rispetto all’anno o agli anni precedenti.
In riferimento agli alunni con disabilità evidenziamo ulteriori aspetti specifici, anche in riferimento alle proposte già presentate dalle associazioni di persone con disabilità all’Osservatorio sull’inclusione del MIUR .
Qualsiasi siano le scelte concrete che le singole scuole vorranno applicare per la ripresa delle attività didattiche a Settembre, sarà necessario prevedere misure che garantiscano la presenza in classe degli alunni con disabilità, che sono quelli che hanno subito maggiori disagi dalla didattica a distanza e che necessitano ancora più degli altri compagni di una relazione interpersonale in presenza, sia con i docenti che con i compagni .
- Nei casi in cui le condizioni di salute degli alunni con disabilità sconsiglino la ripresa delle attività in presenza, il comune dovrà garantire che i propri assistenti all’autonomia e alla comunicazione possano svolgere le ore assegnate ad un singolo alunno presso il domicilio dello stesso, per aiutarlo nell’istruzione domiciliare che deve essere in ogni caso programmata nello specifico ed inserita nel PEI ( Piano Educativo Individualizzato ) dell’alunno – strumento fondamentale per la didattica inclusiva a favore degli alunni con disabilità in ambito scolastico. (su questo punto forse la sezione di Taranto potrebbe garantire che i suoi operatori che svolgono questa mansione si possano rendere disponibili )
- In ogni caso il Comune dovrebbe garantire la continuità dei propri assistenti e/o operatori all’autonomia e alla comunicazione per gli stessi alunni già seguiti lo scorso o gli anni precedenti, in modo da non introdurre un ulteriore elemento di criticità che il cambio di persona invece comporterebbe .
- Trovare insieme alle scuole adeguati dispositivi di protezione personale che possano essere meglio accettati dai singoli alunni con disabilità: per es. uso di visiere trasparenti invece che mascherine che coprono il viso. In oltre dovrebbero essere proposti agli alunni dei percorsi di informazione e allenamento all’uso di questi dispositivi e all’applicazione delle nuove regole sociali dello “stare a scuola” che l’emergenza impone.
- Nell’ambito degli auspicati accordi di programma territoriali, ma anche in mancanza di essi, proporre all’amministrazione scolastica regionale misure idonee a garantire i diritti previsti per gli alunni con disabilità che non abbiano potuto produrre la prima certificazione necessaria per accedere a tali diritti – PEI (vedi chiusura per COVID di uffici di competenza ). Garantire quindi a Tutti gli Alunni con disabilità gli stessi diritti. Sottolineare ancora di più il ruolo dei docenti per il sostegno che non possono essere utilizzati, nemmeno in questa fase emergenziale, in altre attività differenti dal loro incarico professionale, in modo da disattendere la propria funzione specifica di supporto all’inclusione degli alunni con disabilità. Non potranno pertanto essere utilizzati docenti per il sostegno in attività che non contemplino la presenza dell’alunno con disabilità per il quale sono stati nominati.
Oltre quanto già evidenziato presentiamo alcune strategie di intervento basate sulla : Individualizzazione, Personalizzazione ed Integrazione le cui strategie di intervento si basano su aspetti semplici quali creare un clima inclusivo, adeguare gli obiettivi del disabile agli obiettivi della classe, semplificare e organizzare i materiali di studio, differenziare la mediazione didattica ( utilizzare modalità diverse di presentazione dei contenuti costituisce sicuramente uno dei numerosi tentativi che l’insegnante può realizzare per migliorare le condizioni dell’apprendimento ), utilizzare metodi di insegnamento alternativi, anche mediati da pari ( per es. intervento in piccoli gruppi tra l’alunno disabile e due/tre compagni di classe finalizzati ad attività didattica che possono essere svolte insieme ).
INDIVIDUALIZZAZIONE :
l’istruzione individualizzata non è una istruzione individuale, realizzata semplicemente inn un rapporto uno a uno. Essa consiste nell’adeguare l’insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni ( ai loro ritmi di apprendimento, alle loro capacità linguistiche, ai loro prerequisiti cognitivi ) cercando di conseguire individualmente obiettivi di apprendimento comuni.
PERSONALIZZAZIONE :
attiene alle procedure didattiche volte a permettere ad ogni studente di sviluppare le proprie peculiari potenzialità intellettive, differenti per ognuno, sempre attraverso forme di differenziazione degli itinerari di apprendimento. Da non confondere con la INDIVIDUALIZZAZIONE che invece attiene alle procedure didattiche volte a far perseguire a tutti gli studenti le abilità strumentali di bade e le competenze comuni attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento.
INTEGRAZIONE :
non è un processo che prevede l’adattamento di una parte al tutto, ma in cui ciascuno possa giovarsi del tutto per rispondere ai suoi bisogni, per migliorare il suo livello di relazione con la realtà circostante: non occorre fare altro, ma farlo in altro modo con la consapevolezza che l’alunno in situazione di handicap necessita di essere riconosciuto per quegli elementi di specificità che lo caratterizzano, ma soprattutto per la normalità del fondamentale bisogno di educazione e formazione che è uguale per tutti. Ma questo ultimo aspetto, quale appunto l’Integrazione, riveste un carattere particolare, e da ciò deriva una domanda semplice ma importante : MA CHI NEL CONCRETO LAVORA PER L’INTEGRAZIONE ?
L’atteggiamento di “ delega “ dell’attuazione del progetto educativo individualizzato al solo INSEGNANTE DI SOSTEGNO da parte dei colleghi di classe è spesso generato da due equivoci : il primo riguarda la confusione tra la “ funzione “ dell’insegnante del sostegno ed il secondo riguarda il “ ruolo “ dell’insegnate del , sostegno : l’intervento del sostegno coincide con l’intero orario scolastico e quindi è una funzione che a sua volta può essere svolta in diversi ruoli . L’insegnante di sostegno è solo uno di questi ruoli e svolge la sua azione non solo nel lavoro diretto con l’alunno in difficoltà, ma soprattutto nell’aiutare i colleghi a gestire le situazione problematiche che si presentano . Il ruolo invece non deve essere visto con l’idea di un intervento speciale : il disabile necessita di un intervento specializzato e solo l’insegnante di sostegno è specializzato. Non si tratta di sottovalutare il bisogno educativo speciale dell’alunno disabile ma di soddisfarlo in un progetto che prevede la collaborazione di tutti, e quindi l’interscambio di ruoli tra l’insegnante di sostegno e gli insegnanti curriculari è una condizione essenziale affinchè il primo non venga considerato soltanto l’insegnante del disabile, ma una persona in grado di creare un collegamento e un raccordo tra l’alunno disabile, i suoi compagni e i docenti della classe. L’Insegnante di Sostegno è un operatore di “ rete interno ed esterno della scuola “ : INTERNO con il compito di curare la comunicazione e la collaborazione con i colleghi di classe , col dirigente, con il personale Ata e con gli alunni, ESTERNO nel curare la collaborazione con le famiglie degli alunni con disabilità, con il personale dei servizi socio-sanitari, con le associazioni e con esperti ) : il Suo scopo Istituzionale è nel far sviluppare all’alunno disabile tutte le sue potenzialità integrandosi in una comunità scolastica capace di accogliere e valorizzare le differenze.
Questo il vero ed unico motivo per il quale si chiede con forte ma educata voce la necessità della “ continuità didattica “ dell’insegnante di Sostegno con l’alunno disabile e che, inoltre, la Sua importante figura didattica sia presente per tutti gli alunni con handicap già dal primo giorno scolastico al completo delle ore che la disabilità richiede e che ciò non avvenga, come purtroppo ormai con una certa consuetudine accade, già ad inizio percorso scolastico inoltrato ( si attendono i mesi di Febbraio – Marzo per regolarizzare una presenza costante e completa sino a fine anno scolastico ). A tal proposito si sollecita l’ azione da parte dell’Amministrazione Comunale e degli Assessorati competenti affinchè , forse per la prima volta, la presenza dell’Insegnante di Sostegno sia attiva già dal primo giorno scolastico per le realtà didattiche di competenza comunale.
Con queste semplici ma specifiche proposte l’Associazione Italiana Persone Down – ONLUS della sezione di Taranto e della Prov. Jonica si propone di agevolare un dibattito costruttivo con l’Amministrazione Comunale al fine , se necessario, facilitare la ripresa scolastica non solo degli alunni con disabilità ma della realtà scolastica TUTTA.
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