Le indagini di Guardia Costiera e Arpa dovranno fornire notizie sui danni all’ambiente
È stata la Guardia Costiera ionica, agli ordini del Capitano di vascello Rosario Meo, a porre sotto sequestro lo scorso 21 aprile il tratto costiero che ricade nellarea demaniale marittima del porto di Taranto. Una zona che, come ha ricordato la stessa Capitaneria di Porto, è stata da tempo riconosciuta ad alto rischio ambientale. L
attività, è nata dalla presenza di una «falesia erosa dal mare composta – scrive in una nota la Guardia Costiera – da materiale di dubbia provenienza e le cui caratteristiche necessitano accertamenti analitici, al fine di scongiurare un eventuale inquinamento dellambiente marino e costiero». L'episodio è balzato agli onori della cronaca con la denuncia dell'attivista di Veraleaks, Luciano Manna, ha spiegato che già in passato aveva acceso i riflettori sulla zona insieme a Giustizia per Taranto con cui a breve depositeranno una memoria sulla vigilanza effettuata nel luogo per comprendere di quale natura di inquinanti sia caratterizzato lo sversamento e quali danni sta provocando all'ambiente. «L
operazione della Guardia Costiera rientra in una più ampia e articolata attività di monitoraggio e controllo ambientale avviata da tempo in stretto coordinamento con l`autorità giudiziaria» che «ha sinora portato ad importanti risultanti».
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