La mamma che sabato mattina ha abbandonato il figlioletto accanto ai cassonetti della raccolta differenziata, in via Pisanelli, ora è indagata per abbandono di minore e rischia persino l’arresto (se dovesse essere contestata l’accusa più grave di tentato omicidio). La donna, una badante georgiana di 24 anni, è stata rintracciata poche ore dopo il parto dalla Polizia. Madre e figlio, entrambi in osservazione in ospedale, stanno bene. Hanno trascorso la notte tranquillamente, senza alcuna complicanza. Nel caso in cui la ragazza non dovesse procedere al riconoscimento del bimbo entro i 10 giorni previsti dalla legge, scatterebbe il procedimento di adottabilità. Nella lista a disposizione del Tribunale per i minori, presieduto dal giudice Ciro Fiore, figurano già diverse coppie. L’indagine è seguita dal procuratore capo Pina Montanaro.
Il neonato, a cui il personale sanitario ha dato il nome di Lorenzo, è costantemente monitorato (e coccolato) da medici e infermieri dell’Utin, l’Unità di terapia intensiva neonatale del Santissima Annunziata. Pesa poco più di tre chili, ha guance paffute, occhi vispi e una gran voglia di vivere. Il suo vagito l’altro ieri ha attirato l’attenzione di una passante che passeggiava con i suoi cani. Inizialmente la donna pensava al suono di un giocattolo, ma poi si è avvicinata e rovistando tra le buste ha visto il bimbo con accanto un peluche. Era avvolto in una coperta e sistemato in un sacchetto di tela. A quel punto la donna ha capito che si trattava «di una creatura in carne e ossa», come da lei stesso dichiarato ai cronisti. Ha preso il neonato in braccio e ha chiesto a un ragazzo di chiamare i soccorsi perché non aveva con sé il cellulare. In meno di cinque minuti è arrivata l’ambulanza del 118 che ha portato Lorenzo in ospedale. Contestualmente la polizia ha avviato le indagini e ha identificato la donna visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che l’avrebbero ripresa mentre abbandonava il bambino. La mamma è stata poi rintracciata nel primo pomeriggio dai poliziotti della Squadra Mobile. La 24enne è giunta in Italia nel marzo scorso, quando era già incinta di circa 4 mesi. La donna, assistita dall’avv. Francesco Zinzi, è stata interrogata dagli agenti, ai quali ha raccontato la sua storia, sostenendo di aver divorziato dal marito. Per il momento è stata ascoltata a sommarie informazioni come testimone. La giovane straniera ha riferito di aver portato avanti la gravidanza da sola e di aver partorito nel bagno dell’appartamento dell’anziana, una 97enne, che assiste e dove dimora. Ha anche un altro figlio di 4 anni rimasto in Georgia da dove è partita con il bus che l’ha condotta a Istanbul, poi si è imbarcata su un volo di linea diretto a Budapest e da lì a Bari. Grazie a un contatto di una sua connazionale a Taranto, circa un mese fa, ha spiegato la 24enne, è poi riuscita a trovare un lavoro come badante e si è trasferita nell’abitazione dell’anziana. La giovane ha ammesso di essere partita dal suo Paese sapendo di essere in stato interessante, aggiungendo di non aver mai pensato di interrompere la gravidanza sperando sino all’ultimo di tenere con sé il bambino. La georgiana ha dichiarato che il suo unico scopo era quello di tutelare il figlio, consapevole anche della possibilità di una futura adozione, e di non aver informato mai nessuno del suo stato di gravidanza. E nessuna delle persone per le quali ha lavorato si sarebbe mai accorto di nulla. La ragazza ha detto anche di non essere mai ricorsa a uno screening neonatale da quando è in Italia né di essersi sottoposta a terapia medica. Ignara della possibilità che offre la legge italiana di un parto in anonimato e della culla per la vita, un’apparecchiatura in funzione da tempo che permette di lasciare in un’area protetta un neonato e poi la presenza di sensori all’interno del luogo fa subito intervenire il personale del reparto.
Entrando nel dettaglio, la 24enne – a quanto si è appreso – avrebbe riferito di aver avvertito nella mattinata di sabato i primi dolori al basso ventre, man mano aumentati col trascorrere delle ore. A quel punto la donna avrebbe sistemato per terra nel bagno alcuni asciugamani sopra i quali si è distesa e ha dato alla luce il figlio verso le ore 14, recidendo da sola il cordone ombelicale. Durante la giornata ha allattato il figlioletto 3 volte. In seguito avrebbe buttato di fronte all’abitazione dell’anziana la busta con la placenta in un contenitore dei rifiuti e poi avrebbe camminato per un paio di isolati lasciando il bimbo in una busta della spesa rigida con le asciugamani utilizzate per il parto e il peluche accanto ai cassonetti della differenziata, luogo di passaggio scelto proprio perché immaginava che qualcuno potesse vederlo più facilmente e portarlo al sicuro. Poi è tornata a casa senza dire nulla all’anziana che la ospita e solo qualche ora dopo è stata trovata dagli agenti nell’appartamento doveva aveva partorito. Dopo l’interrogatorio la donna è stata trasferita all’ospedale Santissima Annunziata e ricoverata nel reparto di Ginecologia in attesa di un ulteriore trattamento per evitare potenziali emorragie. Disposta anche la sorveglianza da parte degli agenti. Fortunatamente le condizioni generali del bambino sono buone. Il Comune ha anche attivato un Iban per le donazioni (tante già quelle effettuate), iniziativa che pure ha subito qualche critica sui social. Non si sa se Lorenzo potrà restare con la madre o se sarà accolto da una nuova famiglia. Sarà comunque il Tribunale per i Minorenni a valutare se sussistono le condizioni per affidare alla donna il bimbo. Sicuramente Lorenzo è stato già adottato in maniera simbolica da tutta la città, come affermato dal sindaco Rinaldo Melucci. E «al piccolo, la cui vita – ha commentato il primo cittadino – è cominciata in salita, rivolgiamo l’augurio di continuare a ricevere tutto l’amore che c’è».
PIÙ COMMENTATI