Giampiero Laterza, Coordinatore settore Turismo CasaImpresa Taranto: “Plaudiamo alla proposta della Filcams Cgil di Taranto che parla della necessità di avviare un “patto del buon lavoro”. CasaImpresa, proprio in una riunione dei giorni scorsi, ha introdotto l’argomento, ritenendo indispensabile, in un momento di crisi, la costruzione di un meccanismo, che veda insieme i players del lavoro e le istituzioni, per giungere a percorsi formativi che siano rispondenti alle reali esigenze del momento.
CasaImpresa ci sta lavorando: da una parte è già nella fase dello studio delle figure professionali da formare, dall’altra ha avviato un efficace dialogo con le strutture alberghiere e gli enti formativi, mirato ad individuare sblocchi lavorativi per i giovani che portano avanti studi specifici e sono in grado di garantire determinate competenze. Rifiutiamo così la logica dell’improvvisazione che vuole che tutti facciano tutto, ma sposiamo l’ idea di una macchina dell’accoglienza che possa vantare professionalità in grado di rispondere alle richieste dei turisti.
Se da un lato condividiamo quanto detto dalla Filcams su questo tema, al contrario riteniamo opportuno prendere posizione su alcune dichiarazioni che consideriamo semplicistiche, riduttive, finanche offensive nei confronti di chi invece opera nel rispetto delle regole. Il riferimento è all’accusa rivolta ad alcuni titolari di strutture ricettive che, a dire del rappresentante del sindacato, non darebbero il giusto compenso ai lavoratori. Siamo testimoni, come detto già in altre circostanze, di moltissimi imprenditori nel settore del turismo che lavorano nel rispetto delle norme”.
Una delle esperienze di cui parla Laterza è rappresentata da Mino Palmisano, altro componente di CasaImpresa Taranto: “Sono titolare di ben sei locali a Taranto, con un totale di 150 dipendenti e posso garantire che sono tutti assunti. Al contrario, diventa sempre più difficile trovare lavoratori, in quanto bisogna puntualmente combattere con reddito di cittadinanza, indennità di disoccupazione e cassa integrazione. Ci troviamo di fronte a chi arriva ad imporre un orario lavorativo e, in caso di risposta negativa, risponde che sta bene a casa con gli ammortizzatori sociali, autoescludendosi dal mondo del lavoro.
Altro punto cruciale quello della formazione: in passato spesso ci siamo ritrovati a formare da zero giovani senza alcuna competenza. Ben venga questa attenzione che parte dall’indagine delle professionalità di cui c’è bisogno per passare poi al concreto, e dunque ai corsi veri e propri per il conseguente inserimento nel ciclo del lavoro. Il mondo del lavoro cambia spesso, ed il comparto del turismo non fa eccezione. Per questo motivo, diventa essenziale programmare una formazione mirata”.
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