È per certi versi inesatto e fuorviante il messaggio che viene ormai quotidianamente veicolato attraverso la stampa circa numeri col segno meno per il turismo in Puglia a causa di prezzi esorbitanti proposti nelle strutture turistiche. Nei fatti, le strutture turistiche hanno subito un sensibile aumento dei costi di gestione, causato dalla bolletta energetica, dall’inflazione e non ultimo dal maggior costo del personale per la scarsità di risorse disponibili. Quindi, per assorbire, anche se solo in parte, l’aumento di questi costi, alcune strutture hanno dovuto ritoccare i listini anche se comunque assistiamo ad una continua erosione delle marginalità delle strutture turistiche. La verità è che spesso parliamo di turismo senza farlo davvero e noi, come Casaimpresa/Confesercenti, sentiamo il bisogno di affrontare l’argomento in maniera un po’ più articolata. Intanto, come sempre, partiamo dai dati: a diminuire in Puglia sono essenzialmente i turisti italiani; per il turismo estero, che qui da noi cerca non solo il mare e l’enogastronomia, ma anche la bellezza dei luoghi e la cultura, c’è addirittura un incremento. Questo però non per il territorio ionico che anche per questa parte di visitatori non brilla, anzi: nei primi dieci mesi del 2022 la presenza straniera si ferma intorno al 5%.
Dai primi dati di quest’anno, per il turismo tutto sembra che a calare siano soprattutto le prenotazioni su Tarantino, Gargano e Salento, mentre appaiono in crescita nel brindisino, trainate dal flusso turistico su Fasano e dintorni. Secondo la nostra associazione, l’industria del turismo non si sviluppa se ci si siede sui risultati del passato, va piuttosto alimentata e non solo con gli eventi che, se ci sono, vanno bene, ma devono servire di supporto all’attrattività del territorio. Per fare la differenza serve sicuramente una buona politica di marketing territoriale integrato, che senza dubbio non può essere affidato ai privati, ma che deve vedere insieme il territorio attraverso le amministrazioni comunali che devono unirsi e ragionare in termini di macroaree, e garantire ad un turista sempre più esigente, servizi di livello adeguato.
Non a caso a soffrire maggiormente è la provincia di Taranto, del tutto scollegata, in quanto non ha un aeroporto vicino (cosa che fa la differenza soprattutto rispetto a Brindisi che risulta essere una realtà per certi versi simile) ma che non è servita neanche da una linea ferroviaria veloce. Questo significa che, per quanto belli possano essere il nostro mare e le nostre spiagge, e interessanti i vari siti turistici, sono obiettivamente difficili da raggiungere. Parliamo quindi di migliorare ciò che è alla base dello sviluppo di una destinazione turistica: infrastrutture stradali, trasporti pubblici con stazioni di scambio intermodale, decoro urbano, spazi pubblici che devono essere ben tenuti, accoglienti e soprattutto puliti con un servizio di raccolta rifiuti efficiente. Il punto è questo: il turista sarebbe disposto anche a pagare qualcosa in più, se avesse in cambio accoglienza e servizi adeguati. Chiaro che, in tutto ciò, il privato deve fare la sua parte, investendo e assicurando ospitalità e ristorazione di qualità, offerte da personale competente e professionale. Detto ciò, ci sono e ci saranno sempre luoghi in cui accade che un cibo semplice e poco costoso venga proposto ad un prezzo inaccettabile, ma un caso isolato ed episodico non può e non deve essere cavalcato come notizia del giorno tanto da indurre a pericolose generalizzazioni.
Il discorso turismo va piuttosto affrontato nella sua interezza e va fatto oggetto di un efficace e proficuo confronto tra la politica e tutte le realtà imprenditoriali chiamate in causa. Auspichiamo per esempio che possa farsi promotore di questo l’assessore regionale al ramo, Gianfranco Lopane.
Giampiero Laterza Casaimpresa/Confesercenti Turismo
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